VOGLIO UNA VITA NORMALE (2017)
di Silvana Mossano
Voglio una vita normale
• dove il Natale non comincia a ottobre;
• dove non si va sempre di corsa;
• dove i saldi si fanno a fine stagione e non prima che la stagione cominci; e dove non si vende “sotto costo” ma a un prezzo equo;
• dove l’amicizia non è quella roba su Facebook, e dove non si annunciano su Instagram, su Fb, su WhatsApp, su Twitter le crisi coniugali, ti amo e ti mollo, i distacchi affettivi, i distacchi di retina, i distacchi di intonaco, la perdita del fidanzato, la perdita del bancomat, la perdita del wc, la perdita del senno, il parto filmato, le diagnosi e le prognosi;
• dove chi rompe paga; dove chi fa male e fa danno si pente e risarcisce;
• dove la verità è libertà e dove c’è la libertà di dire la verità;
• dove i bambini sono tutti bambini senza distinguere tra italiani, siciliani, napoletani e…;
• dove uno strappo si prova a rammendarlo prima di buttare via tutto; dove gli alberi che non fanno frutto li si conserva e li si cura comunque per la bella ombra delle loro foglie;
• dove si parla con la voce e non con il pollice sul tastierino dello smartphone; dove si sorride più tra le persone che con il cellulare; dove si ride di più, si mugugna di meno e bon;
• dove i telefonini in auto “non prendono”; e non c’è spazio per posarli sulla tovaglia tra il piatto e le posate;
• dove ci si sposa per sposarsi e non su una specie di set da fiction televisiva;
• dove, se ci si lascia, non è il caso di ammazzarsi o di dar fuoco alla casa;
• dove i cortili sono fatti per giocarci e non per far star zitti i bambini;
• dove si compra quel che serve e non si inventano cose che potrebbero servire per farle comprare;
• dove si fa festa più nella propria casa che nel locale «in»; dove si muore più nella propria stanza da letto che all’ospizio;
• dove le cose valgono meno delle persone; e dove le cose inutili diventano automaticamente invisibili;
• dove le voci cattive diventano automaticamente afone; dove le polemiche hanno il singhiozzo e le bugie vanno in dissenteria;
• dove le alluvioni secolari capitano a distanza di secoli e non ad anni alterni; dove le strade, i ponti, le case non si fanno di cartapesta;
• dove le città, i monti e i mari non vengono violentati;
• dove i cibi avanzati si reinventano e non si sprecano;
• dove l’imperfezione è bellezza e la diversità è ricchezza;
• dove nessuno è brutto se ha cura di essere bello; dove non c’è un modello standard di bellezza;
• dove centri outlet, centri commerciali e negozi non fanno “sempre aperto” e magari pure “h24”;
• dove i prati si coltivano a grano, a pomodori, a margherite e non a distese di pannelli solari con ghiotta concimazione di contributi europei;
• dove c’è “grazie”, “permesso”, “per favore”, “scusa”;
• dove i nottambuli non violentano le notti dei dormienti;
• dove i “cani al guinzaglio” si tengono al guinzaglio;
• dove “sì” e “no” servono a esprimersi e a spiegarsi, non a schierarsi e a odiarsi;
• dove non si abdica al “Bimbi, che fa tutto lui”;
• dove la prima parola di un bimbo è un bacio;
• dove i volti non si gonfiano né di botte né di botox;
• dove non sia obbligatorio essere sempre connessi;
• dove ci si ami di più;
• dove in borsa e in tasca si custodiscono chiavi, portafoglio e caramelle, e non coltello, pattadese o serramanico;
• dove la neve scende e non si spara;
• dove i libri non si bruciano e le idee non si tacitano;
• dove il rispetto e il garbo sono principi della Costituzione, e dove la violenza e l’arroganza non si sa come si fa;
• dove le armi si liquefano;
• dove non si assumono “curriculum autoreferenziali” ma persone reali dotate di sapienza e umiltà; dove non ci si innamora dei “profili” e dove “mi piace” non è un clic;
• dove chi puzza fa la penitenza;
• dove il gradimento non si misura in «mi piace», e la gratitudine non si dimentica;
• dove anche i neonati sono golosi dei veri Krumiri di Casalmonferrato;
• dove non c’è un’età limite per nessun tipo di passione;
• dove “più giovane” non è, di default, più bello e più capace, e “più vecchio” non è sempre più saggio e più sapiente (ma neppure, per età, meno valente);
• dove le donne si accarezzano (e non si picchiano) e gli uomini si baciano (e non si spennano);
• dove vale più il rispetto per i viventi che le lacrime retoriche per i defunti.
Voglio una vita normale, dove i giorni vanno un po’ più piano e non c’è poi tutta questa fretta di arrivare col fiatone all’ultimo dei giorni.
Auguri per tutti i giorni. Uno alla volta.
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