RECENSIONE del SABATO
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“Il tempo del bosco”, autore Mario Calabresi, edito da Mondadori, prima edizione settembre 2024, pp.145.
In una frase: piacevole manuale taumaturgico, per placare l’ansia.
Mario Calabresi è un narratore straordinario, sia quando scrive, sia quando incontra le persone e presenta i suoi libri o interviene in un dibattito. I suoi toni misurati trasmettono la profonda solidità delle sue convinzioni e, contemporaneamente, rispetto dell’interlocutore e apertura all’ascolto.
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BIOGRAFIA DELLO SCRITTORE – Mario Calabresi ha lavorato per 25 anni come giornalista in diverse testate nazionali. Nel 2000 viene assunto a “Repubblica” per passare un anno dopo alla “Stampa”. Per due mesi racconta da New York l’attacco terroristico all’America e le sue conseguenze. Nel 2002 torna a “Repubblica”. Alla fine del 2006 si trasferisce a New York, dove segue la campagna elettorale del 2008 di Barack Obama. Nel 2009 diventa direttore della “Stampa”. Nel gennaio del 2016 torna a “Repubblica” come direttore e qui rimane tre anni. E’ autore di libri: “Spingendo la notte più in là”, “La fortuna non esiste”, “Cosa tiene accese le stelle”, “Non temete per noi, la nostra vita sarà meravigliosa”, “La mattina dopo”, “Quello che non ti dicono”, “Una volta sola”, “A occhi aperti”. Nel 2020 lancia #altrestorie, la sua newsletter che conta già più di 50.000 iscritti. Dal 2020 è CEO & Editor-in-Chief di Chora Media, la prima podcast company italiana.
“Il tempo del bosco” è un libro concreto, un vademecum capace di aiutare il lettore a guardare in faccia le proprie ansie e anche a guardare dentro sé stesso.
“Vademecum” perché, leggendo, ci si sente coinvolti e invitati dall’autore: “vieni con me, accompagnami”, lungo i 19 capitoli dove narra sue esperienze di vita vissuta, incontri, riflessioni e, implicitamente, Mario Calabresi, chiede al compagno del viaggio letterario: “E tu, che ne pensi, come è stato per te?”.
I titoli stessi dei capitoli danno un’efficace idea della struttura del libro: “L’ansia”, “La libertà”, “La passione”, “La possibilità”, “L’occasione”, “L’entusiasmo”, “La fiducia”, “La coscienza”, “L’essenzialità”, “L’importanza”, “L’osservazione”, “Il tempo”, “La scelta”, “Il silenzio”, “La gratitudine”, “Il bosco”, “Lo stupore”, “L’inutile”, “La leggerezza”.
Tutti sostantivi (anche quello che spesso è un aggettivo), ai quali, letto il libro, occorre aggiungerne un altro, stavolta al plurale: i viaggi.
Non viaggi qualsiasi: si tratta di due viaggi specifici, scollegati tra loro, ma talmente complementari al testo che, dopo aver letto il libro, è impossibile non venga la voglia di regalarseli. Uno è verso la Riserva naturale integrale di Sasso Fratino, all’interno del Parco nazionale delle Riserve naturali casentinesi, tra la Toscana e l’Emilia Romagna; arrivarci è un po’complicato, anche se potrebbe accadere che luoghi come quello, per ciascuno di noi, siano più numerosi e a portata di mano di quanto si possa credere. La seconda meta è invece la Reggia di Würzburg, città tedesca tra Norimberga e Francoforte sul Meno, più lontana, sì, ma anche più accessibile.
Due viaggi che sono suggerimenti concreti per fare una scelta di vita precisa.
Intendiamoci: ciò non significa “sono a posto, ho risolto tutti i miei problemi”, ma piuttosto: “sono stato capace di conquistarmi un po’ del mio tempo”. E non è poco, anzi, ci si potrebbe provare gusto.
Finale: Mario Calabresi è un entusiasta dell’umanità; nonostante la sua diretta consapevolezza delle terribili capacità di male di cui l’uomo sa dare prova, continua nello sforzo di proporre e condividere speranza e fiducia.
“Il tempo del bosco” è uno strumento agile e piacevole, e, anche quando a prevalere nelle nostre giornate fossero sostantivi come “La noia”, “La sfiducia”, “La rassegnazione”, contrastiamoli anche con libri così!
Utile suggerimento per far emergere il bene e riuscire a dimenticare il male almeno per qualche parentesi temporale.
Grazie Sergio per aprire la mente anche ai meno acculturati come me.