RECENSIONE
del sabato
«Gaza – Odio e amore per Israele», autore Gad Lerner, edito da Feltrinelli collana “Scintille”, 2024, quarta edizione giugno 2024 pp. 248.
In una frase: libro indispensabile e urgente (se non l’avete ancora letto, fatelo).
Gad Lerner è un giornalista scrittore molto noto: credo che la maggior parte di coloro che lo hanno letto o ascoltato gli riconoscano serietà, correttezza, rigore e coerenza di metodo. Ciò indipendentemente dalla condivisione dei suoi pensieri e delle sue proposte.
“Gaza” è, insieme, un reportage e un saggio che si legge in un fiato. Si rivela un’opera preziosa e fondamentale per chi desideri capire meglio ciò che è accaduto in Medio Oriente, ciò che sta accadendo e le probabili evoluzioni future di una guerra eterna e infinita (due aggettivi usatti apposta: uno in relazione al tempo e uno riferito allo spazio, perché tutto il mondo è coinvolto).
L’autore fa trasparire con il sottotitolo (“Odio e amore per Israele”) la straordinaria carica di umanità di cui è pervaso il libro e ciò, si badi bene, senza nulla togliere al rigore storico nel racconto degli eventi e agli implacabili, anche se addolorati, giudizi nei confronti dell’attuale governo israeliano e dell’estenuante ipocrisia che ha contraddistinto, per troppi anni, il comportamento dei governi delle democrazie occidentali.
“Un pensiero scomodo, esposto al rischio di venir distorto, ma profondo. Quando ho partecipato anch’io a iniziative del Giorno della memoria 2024 (il primo dopo il massacro del 7 ottobre 2023), ho insistito su questo stesso punto: per quanto sia faticoso, dobbiamo essere capaci oggi di concentrare la nostra attenzione sull’esperienza vissuta dai carnefici più ancora che sulla sorte delle vittime. Dobbiamo chiederci: perché tanti uomini furono in grado di compiere simili efferatezze nella convinzione non solo di obbedire agli ordini, ma di fare il bene della società? Non possiamo accontentarci di definirli cattivi. Proprio il 27 gennaio, nel rievocare quei crimini la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, aveva scelto di attribuirli alla ‘malvagità nazifascista’. Unanime fu l’apprezzamento per quell’esplicita ammissione sulle responsabilità del fascismo nella Shoah. Ma a me venne da soffermarmi più sul sostantivo ‘malvagità’ che sull’aggettivo ‘nazifascista’. Malvagità. Non credo che fossero tutti e in tutto di natura malvagia, nella loro vita quotidiana, i carnefici, i delatori, gli indifferenti. Non basterà una categoria morale a spiegare il formarsi di mentalità che inducono a considerare altri esseri umani come sottoprodotti della specie, parassiti sociali da isolare e poi debellare come scarti. L’inferocirsi del conflitto mediorientale è fomentato da opposti fanatismi identitari giunti a impossessarsi e a deformare la fede religiosa. Rispetto alla guerra che insanguina l’Ucraina, il conflitto mediorientale ha la caratteristica di alimentare un odio che coinvolge non solo chi vi partecipa, ma anche chi vi assiste. In questo senso, Sì, rischia di desensibilizzarci fino a renderci inconsapevolmente malvagi” (pp. 132/133).
Questo estratto di “Gaza”, a mio avviso, dà testimonianza dell’impegno e della passione che Gad Lerner ha profuso nella stesura del libro, ed è anche l’occasione, per il lettore, di farsi un esame di coscienza sul proprio atteggiamento (nel senso delle concrete scelte di vita) rispetto ai drammi della storia.
La copertina del volume riporta un’immagine stilizzata del momento in cui il leggendario eroe biblico Sansone (catturato e accecato dai Filistei, e da essi infine condotto in catene proprio a Gaza, loro principale città) fa crollare le colonne portanti di una costruzione “… piena di uomini e di donne; vi erano tutti i capi dei Filistei e sul terrazzo circa tremila persone fra uomini e donne … furono più i morti che egli causò con la sua morte di quanti ne aveva uccisi in vita”. (La Bibbia, Ed. Marietti, 1980, Vol I. P. 608/609).
“Muoia Sansone con tutti i Filistei!”, fin da ragazzo questa frase mi inquietava, al di là della potente suggestione narrativa dell’episodio e delle interpretazioni teologiche del fatto, per me restava che il supereroe pagava con la vita la sua vendetta: ne valeva la pena? Ora ne sono certo: no, la vendetta non ha senso, né per i Filistei, né per Sansone.
Finale: Nessuna speranza di soluzione allora? “Due popoli, due stati”; si sente ripetere questo ritornello in modo automatico, meccanico, quasi ossessivo.
Come a dire a Israele e Palestinesi: la ricetta esiste, colpa vostra se non riuscite a realizzarla, noi non c’entriamo!
Occorrono invece intelligenza, umanità, fantasia, anima insomma, per costruire le condizioni a sostegno dell’unica soluzione possibile, e anche su questo punto Gad Lerner con “Gaza” non ha fatto mancare il suo intenso contributo.
Premetto che io sono piu a favore di Israels proprio perche é chiaro che gli altri contendenti ne vogliono la distruzione e lo dichiarano appertamente. E non capisce chi in occidente forse per farsi perdonare errori del passato pur di seminarie odio nei confronti di Israele non considera la differenza di valori tra l’occidente e l’islam che presumo pagheremo in un futuro neanche troppu lontano.