SILVANA MOSSANO
Il silenzio dell’amianto. E’ silenzioso l’amianto? Sì, lo è.
E’ silenziosa la fibra di amianto nell’accezione peggiore di questo aggettivo: subdola, traditrice, infida. E’ in modo subdolo e infido che ti entra dentro nel respiro e, pur non invitata, si accomoda nel tuo corpo fino a che, quando si stufa della latenza, anche lunghissima, si manifesta e lo fa malvagiamente.
E’ silenzio – voluto e consapevole – anche quello che ha imposto, per decenni, chi sapeva della pericolosità di questa sostanza di cui già si era appurata la mortalità: chi sapeva ha fatto in modo che non si sapesse, ha fatto in modo di ridurre al silenzio coloro che ne segnalavano la cancerogenicità, già scientificamente appurata almeno, di certo, dagli anni Sessanta, ma anche prima.
E silenzio è quello che molti – sui media, nei dibattiti, agli angoli di strada e nei negozi – invocano: «Basta parlare di amianto!». Molti invocano questo silenzio per non ascoltare e non parlare di qualcosa che fa paura e fa male.
Altri invocano (anzi, cercano di imporre) il silenzio perché non vogliono proprio che se ne parli, fanno di tutto per spegnere i riflettori che fanno luce su responsabilità e vergogne che pesano enormemente (e continueranno a pesare se costoro non cercheranno il riscatto etico e sociale nel pentimento e nel risarcimento).
E quindi? E quindi non dobbiamo fare silenzio. Non è ancora il momento.
Da quasi quarant’anni non si fa silenzio nella città di Casale Monferrato: non lo si è fatto in occasione dei vari processi (che, con modalità diverse, si sono susseguiti dagli anni Ottanta in poi) e in diverse circostanze in cui non sono mancate tensioni e contrapposizioni, sempre sanate dalla volontà della collettività casalese di rimanere unita e compatta, attraverso l’Afeva, i sindacati, gli amministratori pubblici che si sono succeduti e le scuole con grande merito di presidi e insegnanti.
Il silenzio è quello che fa gioco a chi ha interesse ad avversare e a soffocare questa battaglia di resilienza, di civiltà, di rispetto, che include anche tutti coloro che ne hanno condotto un pezzo e poi hanno dovuto soccombere al male.
Oggi si presenta una nuova prova importante: il processo «Eternit Bis» che inizia il 9 giugno e che durerà a lungo.
Chi è pronto? Abbiamo bisogno di voi ragazzi.
Non è la solita retorica del salto generazionale, del passaggio del testimone. E’ più forte di un appello quello che vi rivolgo: è una chiamata. Non tiratevi indietro, per favore.
E’ stato realizzato uno striscione contenente il vostro messaggio. «Il messaggio degli studenti di Casale Monferrato». E queste sono le vostre parole: «Noi ci siamo: di testa, di cuore e di coscienza». Non tiratevi indietro. E non siate presenti soltanto nei momenti cosiddetti salienti: è una chiamata all’eroismo di una puntuale attenzione quotidiana che vi chiedo.
E allora – con la vostra determinazione in questo ruolo imprescindibile di sentinelle e di garanti -, mercoledì 9 giugno possiamo partire a reclamare, uniti e convinti, quella giustizia che non è ancora stata sancita. Non staremo in silenzio fino a che questo obbiettivo non sarà raggiunto.
Allora sì che potremo fare silenzio. Finalmente!
- «Il silenzio dell’amianto» è il titolo del libro di Alberto Gaino (giornalista, già cronista del quotidiano La Stampa, e scrittore, autore di «Falsi di stampa», «Telekom Serbia», «Stamina», «Il manicomio dei bambini. Storie di istituzionalizzazione»), edito da Rosenberg e Sellier (2021).
Le tue parole sono sempre di grande effetto. Grazie
Condivido in Totò tuo bellissimo
Memoriale della tragedia che investe Casale e altre realtà della Nazione. Non si deve mollare soprattutto per tutte
Le persone vittime della malattia e che la Legge dia la Giusta sentenza in cui noi tutti speriamo. Riposate in Pace e Lottiamo per Boi e per chi ancora oggi soffre causa Meso. GraZie
Riflessione profonda e ottimo monito… Ti ho sentita in diretta lunedì, con una mia classe! Avanti !
Anche io, pur non essendo più un giovane, ci sarò di testa, di cuore e di coscienza ed inviterò tutti i miei contatti a fare altrettanto.