Ma è così vero che non ci sono più le stagioni di una volta? Che hanno perso i loro tratti identitari? Prima di assentire a questo ormai diffuso luogo comune, aspettate un attimo. Anzi, osservate un attimo la sequenza di queste parole poetiche e di queste immagini non meno pervase di poesia.
Tra filari d’oro
farfalle libere,
sogno di primavera.
Papaveri al vento,
rosso tra le zolle
passione di maggio.
Profumo di lavanda,
si diffonde tra le colline,
segno d’estate.
Luna splende,
piena sulle colline silenziose,
notte d’estate.
D’autunno la pioggia
bagna le vigne stanche,
si rinnova la vita.
Foglie d’autunno,
cadono come lacrime,
dalle vigne vecchie.
Fumo tra i tetti,
case si riscaldano,
dolcezza d’inverno.
Canto solitario,
uccello tra rami spogli,
melodia d’inverno.
Sono otto haikù (e altrettante immagini) pizzicati dalla suggestiva pubblicazione «Tra le Colline Dorate», un pregevole e piacevolissimo scrigno poetico-fotografico «costruito» da Alberto Maffiotti e uscito in occasione di un compleanno speciale: il decennale del riconoscimento Unesco dei paesaggi vitivinicoli di Langhe, Monferrato e Roero, entrati a far parte nel Patrimonio dell’Umanità nel 2014.
Ma andiamo con ordine.
Chi è Alberto Maffiotti?
Direttore del Dipartimento Arpa Piemonte Nord Ovest (e già, per molti anni, alla guida dell’Arpa provinciale di Alessandria), ha scelto di vivere a Vignale, uno dei paesi più rappresentativi del Monferrato, che è diventato, come spiega egli stesso, non solo dimora, ma sensibilmente il suo «luogo del cuore». Maffiotti, presidente del Club per l’Unesco di Vignale Monferrato, da innamorato conoscitore della Natura ne cattura gli attimi più suggestivi con la camera fotografica. Un saggio di queste «catture» si è potuto apprezzare nella mostra «Arboretum», che, fino alla fine di giugno, è stata meta di numerosi visitatori nella Chiesa dei Battuti, a Vignale: «Un viaggio visuale – spiega l’autore – attraverso una cinquantina di opere fotografiche che immortalano la maestosità e l’intimità degli alberi e dei boschi, celebrando la loro presenza nel Monferrato, in Italia e in Europa: una narrazione profonda e multiforme del regno vegetale e del suo rapporto con l’uomo e con lo sviluppo agricolo e industriale».
Molte di queste immagini si possono trovare anche nel profilo Facebook di Maffiotti punteggiate anche dagli haikù scaturiti dallo stato d’animo nel momento del clic.
Ma che cosa sono gli haikù? Sono brevissimi e densi componimenti poetici che sintetizzano, in una sequenza molto semplice e precisa di sillabe (5-7-5) su tre righe, le sensazioni scaturite dall’animo a contatto con la natura nel suo evolversi. E’ un genere letterario di origine giapponese ed è proprio da uno dei suoi primi e maggiori interpreti, Matsuo Bashô, vissuto nel 1600, che Maffiotti trae l’esergo del suo libro. Ne riportiamo uno stralcio, un suggerimento permeato di spirito zen: «Vai al pino se vuoi imparare qualcosa sul pino,/ o al bambù se vuoi imparare qualcosa del bambù. (…)/ La tua poesia verrà rilasciata di sua spontanea volontà/ quando tu e l’oggetto sarete diventati uno solo,/ quando ti sarai immerso abbastanza a fondo nell’oggetto/ per vedervi qualcosa come un luccichio nascosto».
Ecco, Alberto Maffiotti ha fatto proprio questo e ce lo svela: «Ogni giorno, con la camera fotografica al collo, camminando tra i sentieri tortuosi e le strade di campagna, ho lasciato che la natura mi svelasse la sua essenza più profonda». E poi, osservando il «ciclo delle stagioni dipingere quadri mutevoli davanti ai miei occhi», l’autore ha «cercato di catturare, in queste brevi poesie, gli istanti fugaci che mi hanno rapito il cuore».
Poco meno di trecento haikù sono contenuti nel libro «Tra le Colline Dorate» ovvero circa trecento istanti distribuiti tra le stagioni che, ad «ascoltarle» – andando incontro a loro come suggerisce Bashô – in fondo non sono mai mutate, non hanno cambiato la loro essenza né la loro vocazione. «Ogni stagione nel Monferrato ha il suo incanto unico» sottolinea Maffiotti.
Se ne trova riscontro nelle schede specifiche per la primavera, per l’estate, per l’autunno e per l’inverno, ognuna suddivisa, a sua volta, in paragrafi contenenti i caratteri dei «fenomeni atmosferici», dei «paesaggi e colori», della «flora», della «fauna» e degli «eventi» correlati alla vita umana.
Il libro si completa con un paio di racconti: uno, «Vigneti ardenti», a firma di Maffiotti e l’altro, inedito, «Un posto sicuro», di Laura Erbetta, sua moglie. Sono la trasposizione narrativa di una convinta e condivisa vocazione a difendere fortemente e con convinzione la natura, prodiga di doni stupendi se si spalancano gli occhi e il cuore per coglierli.
E’ l’obbiettivo che Maffiotti si propone ispirando e coinvolgendo il lettore senza forzature ma con il linguaggio delle arti (poetica e fotografica): «Attraverso queste stagioni mutevoli e affascinanti, ho cercato di trasmettere l’intima connessione tra l’uomo e la natura». Il suo è «un invito a rallentare, a immergersi nell’essenza del Monferrato e a cogliere la bellezza che si cela dietro ogni dettaglio».
L’augurio rivolto «all’animo di chi legge» è pieno di speranza e di emozione: «Buon cammino tra le vigne e i cieli stellati, nella luce del tramonto e nei colori dell’aurora», per respirare e ritrovare «quiete, meraviglia, profondità», passo dopo passo, haikù dopo haikù, immagine dopo immagine.
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Il libro «Tra le Colline Dorate» si può acquistare in internet
https://www.ibs.it/tra-colline-dorate-quasi-haiku-libro-alberto-maffiotti/e/9791221433487
La mostra «Arboretum» si è chiusa domenica scorsa perché sono urgenti alcuni lavori nella Chiesa dei Battuti, ma l’autore conta su un nuovo prossimo riallestimento in Monferrato.