RECENSIONE
di SERGIO SALVI
«Lezioni di volo e di atterraggio»- autore Roberto Vecchioni, Giulio Einaudi editore 2020 pp. 201.
Libro regalatomi da Silvana, dopo una recensione vista su «Tuttolibri» e commentata insieme.
In una frase: testo piacevole e ricco di preziosi stimoli.
Roberto Vecchioni è stato a lungo professore di greco e latino; con queste quindici «lezioni», ovvero «racconti», o se vogliamo, «capitoli», apre al lettore la sua aula, la sua classe, il suo metodo di insegnamento. L’autore esprime tutta la sua passione nell’aiutare i ragazzi a «tirar fuori» (e-ducare) le loro capacità, stimolandoli a mettere in discussione se stessi e le verità scontate.
Scrive un suo allievo (seconda «lezione» – Atterraggio, p. 9): «Siamo forti, fortissimi. Abbiamo imparato a guardare fuori, oltre, immaginando dove ha casa la speranza, dove non lo vedi, ma eccome se c’è, l’amore». Un altro chiosa (p. 10): «Ma la realtà la conosceva benissimo, e sapeva ricordarcela: non abbiamo avuto meno degli altri studenti… ma non ci ha insegnato la realtà come unica verità. Lui ci ha insegnato l’altra, la seconda verità».
Si comprende bene la gratitudine verso il prof di quegli studenti, proseguendo nella lettura. Il rigore scientifico è governato dall’umanità del professore, che si forza di stimolare i propri ragazzi a ragionare e studiare, prepararsi non per un quiz, ma per sapere e saper imparare: ogni tanto li porta fuori dall’aula, al Parco Sempione di Milano, e quelle lezioni, travestite da conversazioni o dibattiti, dovevano essere davvero magiche, anche per gli appassionati «uditori» esterni.
Così il significato dei miti e della loro perenne attualità (pp. 20-25) emerge da un incrociarsi di provocazioni, battute e paradossi tra allievi e prof, senza che nessuno abbia il minimo dubbio di chi sia il timoniere della discussione. Affascinante il viaggio proposto tra i modi di dire. Cito almeno una chicca: «mangiare la foglia» (pag. 31 e 32), ad un certo punto sembra davvero derivare da «mandare la foglia» nel senso che un tale, avendo scoperto gli omaggi floreali alla moglie da parte di un corteggiatore, staccò una foglia da un gambo e la inviò al corteggiatore, per fargli capire di aver capito … verosimile, vero? E invece non è così: il modo di dire si rifà alla leggendaria «mangiata» di un foglio di scomunica da parte dei messi pontifici, costretti a ciò dal destinatario del provvedimento papale, Bernabò Visconti, nel 1362.
Grande idea l’esercizio assegnato agli studenti di immedesimarsi negli Evangelisti per concordare un canovaccio comune e individuare gli episodi della vita di Gesù su cui puntare per diffondere «La buona notizia» (pp 39-51): il risultato è sorprendente e tutt’altro che un gioco, perché gli allievi hanno dovuto studiare il periodo storico, rileggersi i testi dei Vangeli, ecc.
Il libro contiene anche tre belle sorprese: l’incontro con Ada Merini (pp.73-84), una struggente storia d’amore, per un personaggio inventato, il vecchio professor Bataille (pp. 107-125) e Fabrizio De André, descritto al di fuori dallo stereotipo del «poeta anarchico»: era infatti un artista che studiava, leggeva, si preparava meticolosamente, altro che buttar giù «come viene viene».
Finale: sono racconti? Sono lezioni? Sono «saggi»? Sono pagine belle, prive di leziosità accademiche e autocompiacimenti (non per nulla Vecchioni è interista), il libro è da leggere e da riprendere, di tanto in tanto, magari anche per aiutarci a ricordare i nostri buoni maestri.
Sempre piacevoli e accativanti le tue recensioni… Vjen sempre voglia di correre in libreriA… Epppoi mai ci riesco… Ancora legato al mio tran tran lavorativo dal 1976… Ma lo farò MI prometto lo farò un abbraccio
A parte la scivolata calcistica… Eh eh, spero di vedervi presto da Gramellini. Ciao
Interessante, non le solite banalità
Avrei bisogno di contattare il prof