SILVANA MOSSANO
CASALE MONFERRATO
Tre quarti di secolo non sono bastati. Non sono bastati a raccontare tutto e a consolidare una consapevolezza universalmente condivisa che quel che si è raccontato – per parole, immagini, testimonianze vive, documenti ufficiali – era vero. Vero, senza improbabili insinuazioni negazioniste e beffarde acrobazie linguistiche, che il genocidio c’è stato, progettato e attuato da autori precisi, che quelle persone con bei volti che specchiavano affetti, ambizioni, intelligenze, sensibilità, attitudini, passioni e genialità sono state spogliate dei loro legittimi averi, dei loro abiti, della loro dignità e finanche della loro volontà, e ridotte a figure di pelle e ossa quasi meccaniche, rassegnate, sfibrate e svuotate. Milioni di bambini, donne e uomini di ogni età.
Ad Auschwitz sono esposte estese pareti di fotografie in bianco e nero che raccontano, tramite occhi espressivi non ancora spenti dall’orrore inimmaginabile, storie meravigliose: erano insegnanti, musicisti, commercianti, artigiani, madri, padri, figli, fratelli, sorelle. Nelle grandi baracche dei lager in cui i nazisti avevano ammassato i loro corpi snaturati e trasformati in larve miseramente alienate in informi «pigiami» a strisce, rimangono, oggi, montagne di muti quanto eloquenti testimoni: montagne di occhiali, ogni paio fu sussidio di una precisa lacuna visiva; montagne di grucce e protesi, ciascuna fu sostegno di una specifica carenza di deambulazione; montagne di ciocche di capelli riconducibili, ognuna, a un esclusivo e non sovrapponibile dna; montagne di pettini, ciascuno fu custodito in una specifica borsetta o nello specifico taschino di una giacca; montagne di scarpe spaiate, di varie fogge e misure, già contenitori di passi dinamici e d’un tratto bloccati e impediti, per sempre. Ogni oggetto è segno distintivo e inequivocabile di un’identità che è stata mutilata, disintegrata, annientata. Tutti quegli oggetti fungono da sentinelle severe per impedire il cedimento alla vocazione del tempo di obnubilare i ricordi. Ebbe a dire Primo Levi, chimico e scrittore che fu tra i sopravvissuti della Shoah: «La memoria è uno strumento meraviglioso, ma fallace».
Talora il male è così malvagio che la mente umana rifiuta di assimilarlo come vero e possibile. E chi ne è stato vittima, poi, spesso ha taciuto a lungo le sofferenze patite, forse nel timore, una volta sopravvissuto, di rischiare un nuovo profondo dolore: quello di non essere creduto.
No, settantacinque anni non sono bastati, neppure a raccontare tutti i dettagli della crudeltà, della violata dignità, della violentata intimità: la nudità esposta, le prostituzioni mercanteggiate come vago spiraglio di sopravvivenza, la striscia rossa di mestruo che cola alle caviglie senza possibilità di tamponarla, gli appetiti sessuali soddisfatti con brutalità, le sperimentazioni «medico-scientifiche» sui bambini, così belli, innocenti e fiduciosi, proprio come i nostri bambini di oggi.
Tre quarti di secolo non sono bastati a sigillare l’orrore della Shoah – e non di meno degli altri perversi genocidi – nel casellario del male assoluto, tanto che, ancora di recente, e solo per citare un esempio, non unico né raro, nell’androne di un palazzo torinese, è comparsa la scritta «crepa sporca ebrea»: è la casa dove abita una donna di origine ebraica, figlia di una staffetta partigiana. Così come a Pomezia, Roma, Mondovì e altrove.
La Giornata della Memoria venne istituita nel 2005 dalle Nazioni Unite per commemorare le vittime dell’Olocausto; ricorre il 27 gennaio, data della liberazione del campo di Auschwitz da parte dell’Armata Rossa. La commemorazione, in una Giornata condivisa nel mondo, è il punto di partenza, ma è anche occasione di un rinnovato appello corale a conoscere e fare memoria di quanto è accaduto per non sottovalutare segnali di nuove minacce, mai del tutto sopite.
«Conoscere è necessario, come respirare»: è il titolo della conferenza che apre il secondo ciclo di webinar «Connessioni prossime 2021», promosso dalla Rete Scuoleinsieme, da Afeva e Aula Amianto/Asbesto, con i patrocini del Ministero alla pubblica istruzione e del Comune di Casale, e la collaborazione di università, fondazioni, associazioni, efficacemente organizzato da Ecofficina: 16 incontri con 22 autorevoli relatori, dal 26 gennaio al 26 marzo nei quali riflettere sul presente di questo 2021 e sul futuro che ci immaginiamo. Si parlerà di ambiente, di economia, di storia, di cambiamenti climatici, di pandemia e di vaccini da covid 19.
Ogni incontro può essere seguito in diretta streaming sulle pagine Facebook dell’Aula Amianto/Asbesto.
Si inizia, dunque, domani, martedì 26 gennaio, dalle 14,30 alle 16,30 con l’intervento di Elio Carmi, presidente della Comunità ebraica di Casale, «In cerca di memorie e di risposte: voci e pensieri da una comunità aperta»; segue lo scrittore e storico Giovanni Tesio su «Il buco nero di Auschwitz: la letteratura può trasformare il tuo modo di vivere e di pensare». A «Usare memorie parole immagini per capire sé stessi e gli altri» si impegna l’attrice, autrice e regista Ombretta Zaglio della Compagnia Il Teatro del Rimbalzo, che propone «Emozioni dall’isolamento» tratte dal Diario di Anna Frank. A Davide Morello, ebraico d’origine, il compito di testimoniare «il senso della ricostruzione oggi della memoria vicina» che scaturisce dalla volontà di «scavare nella storia di famiglia e trovare la Storia».
Tra le altre iniziative per la Giornata della memoria 2021, gli appuntamenti di mercoledì 27 gennaio: alle 10,30, la deposizione di una corona di alloro al cardine del cancello dell’ex ghetto in via Alessandria e alle 11,15, al campo sportivo Natal Palli la collocazione di una «pietra da inciampo» (progetto ideato dall’artista Gunter Demnig che ne ha già collocate 50 mila in Europa) dedicata al preside Raffaele Jaffe, fondatore nel 1909 del Football Club Casale, morto ad Auschwitz in una camera a gas, dopo aver trascorso cinque mesi in stallo nel campo di Fossoli, per via della sua posizione di convertito al cattolicesimo, conversione avvenuta, tra l’altro, parecchi anni prima. Alla moglie fu recapitata una sua lettera datata 30 luglio 1944, pochi giorni prima del trasferimento nel lager. Le scrive: «… faro luminoso della mia esistenza… Spera come spero io, e prega il Cielo, perché un giorno si possa ancora essere riuniti nella nostra casetta, angelo mio». Ma il 6 agosto, giunto ad Auschwitz, finì subito nella camera a gas.
Nel pomeriggio di mercoledì 27 gennaio, alle 15, nell’androne della Sinagoga, in vicolo Salomone Olper, viene recitata la Yizkor, la preghiera per il ricordo, prima dell’accensione pubblica di 6 lumi + 1 in memoria di tutte le vittime dei campi di sterminio.
* * *
«CONNESSIONI PROSSIME 2021»
DIALOGHI SU UN FUTURO CONSAPEVOLE
Viene qui proposta la pubblicazione del calendario di «Connessioni prossime 2021»: «Una straordinaria occasione di formazione – è l’intento degli organizzatori, tra cui Adriana Canepa per la Rete Scuoleinsieme e Manuele Degiacomi per Ecofficina – attraverso il dialogo con molti protagonisti del nostro tempo».
Mi piace ricordare altre due occasioni di elevata crescita culturale improntata sul dialogo che la città di Casale Monferrato si era fregiata di promuovere e offrire in passato: il ciclo «La Civil Conversazione» e il festival «Oyoyoy». Cambiano i titoli, i luoghi, i relatori, ma la forza comune risiede nella tenace volontà di confrontarsi, di trovare una via comune, possibilmente sulla linea mediana. Perché «bisogna incontrarsi, e scontrarsi anche, che le barriere e le distanze sociali sono contronatura» (dal monologo «Dammi tempo» del recital omonimo).
Il ricco calendario di «Connessioni prossime» è destinato ad allungarsi: sono in corso contatti con il noto storico Alessandro Barbero, con lo psicanalista Massimo Recalcati e con l’amministratore delegato di Novamont e membro della Mission Board sul suolo della Ue Catia Bastioli.
COME SEGUIRE GLI INCONTRI
Le conferenze si possono seguire su Facebook https://www.facebook.com/amiantoasbesto/
Per collegarsi a Zoom Meeting cliccare sul link https://us02web.zoom.us/j/3055832413, o scaricare l’app e utilizzare il Meeting ID: 305 583 2413 accedendo alla riunione.
Segreteria iscrizioni: tel 011-75.76.932
Info: Manuela Bili 338-32.40.636; Adriana Canepa 339-80.01.752; ecofficinasrl@gmail.com; adri.canepa@istitutobalbo.edu.it
DATE E ORARI DELLE CONFERENZE
1) Venerdì 29 gennaio – 14:00/16:00
CHI SCRIVE LA STORIA DEL COVID-19? COME NASCE UN’EPIDEMIA: LA STRAGE DI
BERGAMO, IL FOCOLAIO PIÙ MICIDIALE D’EUROPA
Marco Imarisio – giornalista Corriere della Sera
2) Martedì 2 febbraio – 14:00/16:00
LA MATTINA DOPO… IL COVID-19 – l’importanza delle storie di vita per la nostra
formazione
Mario Calabresi – giornalista e scrittore, già direttore LA STAMPA e LA REPUBBLICA
LA STORIA CHE VIVIAMO racconti dell’oggi (al tempo del COVID-19) per un lettore del
domani
Ombretta Zaglio – attrice, autrice e regista
3) Lunedì 8 febbraio – 14:00/16:00
I CAMBIAMENTI CLIMATICI – strategie di adattamento e mitigazione immediatamente
praticabili – quale sfida ci aspetta?
Enrico Ferrero – fisico, docente dell’Università del Piemonte Orientale
4) Venerdì 12 febbraio – 14:00/16:00
SE OGGI AVESSI 17 ANNI, PER L’AMBIENTE FAREI… – strategie immediate di sostenibilità
Walter Ganapini – ambientalista, docente e ricercatore, membro onorario del Comitato
Scientifico dell’Agenzia Europea dell’Ambiente, co-fondatore di Legambiente ed ex
presidente Greenpeace Italia
FRIDAY FOR FUTURE di Casale Monferrato
5) Venerdì 19 febbraio – 14:00/16:00
L’ARTE DI SBAGLIARE ALLA GRANDE – essere insegnanti oggi
Enrico Galiano – insegnante, scrittore, prof-youtuber
6) Lunedì 22 febbraio – 14:00/16:00
CONOSCERE IL TERRITORIO – idee per formulare e implementare una strategia
competitiva di Casale e del Monferrato, fra economia, società, ambiente e antropologia
Angelo Miglietta – professore Ordinario di Economia e gestione delle imprese
dell’Università IULM di Milano e Cristina Bargero – ricercatrice IRES Piemonte
7) Mercoledì 24 febbraio – 14:00/16:00
LA MATEMATICA DEI VIRUS, la crescita esponenziale dalla vita quotidiana alla pandemia
Silvio Mercadante – matematico, docente del Politecnico di Torino
8) Lunedì 1° marzo – 14:00/16:00
TERRA BRUCIATA – come la crisi ambientale sta cambiando l’Italia e la nostra vita
Stefano Liberti – giornalista e scrittore
9) Venerdì 5 marzo – 14:00/16:00
DALLA RICERCA SUL MESOTELIOMA ALLA TRASFORMAZIONE DEL SISTEMA SANITARIO
POST PANEDEMIA
Federica Grosso – oncologa dell’ASL di Alessandria, Cavaliere della Repubblica
10) Martedì 9 marzo – 14:00/16:00
IL FALLIMENTO È RIVOLUZIONE
Francesca Corrado – scrittrice e fondatrice della Scuola di Fallimento
11) Venerdì 12 marzo – 14:00/16:00
RIPENSARE LA SCUOLA NEI METODI, NEI CONTENUTI E NEGLI SPAZI
Raffaella Valente – architetto, Social Media Manager della Fondazione Agnelli,
già Project Manager di Torino Fa Scuola e curatrice del Rapporto sull’edilizia scolastica
(Laterza, 2020)
12) Martedì 16 marzo – 14:00/16:00
LE COSE CHE NON CI DICIAMO (FINO IN FONDO) – i grandi temi e le nuove generazioni
Ferruccio de Bortoli – giornalista e scrittore, già direttore Corriere della Sera e Sole 24 Ore
13) Venerdì 19 marzo – 14:00/16:00
L’AMBIENTE CHE VERRÀ – le sfide ambientali poste da NEXT GENERATION UE
Stefano Ciafani – presidente nazionale di LEGAMBIENTE
14) Martedì 23 marzo – 14:00/16:00
LA SCUOLA D’EMERGENZA – esperienze ai tempi della DAD
Carlo Berrone – psicologo docente dell’IIS LEARDI e Massimiliano Francia – giornalista e
docente
15) Venerdì 26 marzo – 14:00/16:00
I VACCINI VS COVID-19 – DOMANDE E RISPOSTE
Daniele Banfi – giornalista scientifico di Fondazione Umberto Veronesi
Ricordo sempre la poesia di Joice Lussu” C’è un paio di scarpette rosse “. Avevo difficoltà a leggerla ai miei alunni perché la commozione e l’orrore di fronte alle parole, mi chiudevano la gola. La ripropongo a” sprazzi” per non dilungarmi. Spero che in molti vadano a ricercarne il testo completo e riflettano, se ancora non l’hanno fatto, sulle atrocità compiute nel tenebroso periodo della guerra.
“C’è un paio di scarpette rosse
Numero 24
Quasi nuove:
Sulla suola interna si vede
Ancora la marca di fabbrica “Schulze Monaco”
…..
Più in là c’è un mucchio
Di riccioli biondi
Di ciocche nere e castane
A Buchenwald
….
Chissà di che colore erano
Gli occhi
Bruciati nei forni
…..
Scarpette numero ventiquattro
Per l’eternità
Perché i piedini
Dei bambini morti
Non crescono. “