STESI A TERRA IN SETTECENTO PER MISURARE I MORTI D’AMIANTO. PERFORMANCE DEGLI STUDENTI DEL LEARDI
SILVANA MOSSANO
CASALE MONFERRATO
Una spianata di 700 corpi stesi nei cortili del castello. E sono solo la meta’ di quelli che l’amianto ha lasciato sul terreno catturandoli, a caso, tra gli ignari casalesi. I settecento corpi sono quelli degli studenti dell’Istituto LEARDI intenzionati a tradurre in effetto visibile il pathos emotivo che la vicenda amianto e il processo Eternit hanno prodotto dentro di loro. Con la sensibilita’ e la freschezza che i ragazzi sanno esprimere (specie quando gli adulti li prendono sul serio) hanno pensato a una PERFORMANCE originale destinata a lasciare un segno. Si stenderanno a terra, un corpo appiccicato all’altro, per tracciare fisicamente la «misura» della morte causata dall’amianto. I numeri, cosi’, si trasformano da segni asettici a elementi vibranti, che documentano l’enormita’ della tragedia: l’enormita’ del disastro che qualcuno dolosamente ha provocato, con strascichi non ancora estinti. Bene ha detto l’ex sindaco Riccardo Coppo, nella lunga audizione al processo di Torino, che la consapevolezza della tragedia casalese e’ stata attenuata dal fatto che si e’ trattato di uno stillicidio sistematico, ma lento. «Se le oltre millequattrocento vittime dell’amianto fossero morte in un colpo solo, come e’ accaduto per la tragedia Thyssen, si sarebbe prodotta una reazione agghiacciante». Nel libro «Qualunque cosa accada», presentato la settimana scorsa a Casale, l’autore Umberto Ambrosoli, riferendosi alla violenza terroristica rossa e nera degli anni di piombo, cita 259 italiani vittime di stragi, attentati, scontri tra il 1970 e il 1980. Invita a guardarsi intorno e scrive: «Togliete 259 persone, e guardate il vuoto fisico che lasciano. Non e’ una quantita’ relativa, ma un numero assoluto: enorme». Ebbene: qui si e’ di fronte a oltre 1400 vittime di mesotelioma o asbestosi. Un vuoto immenso, di proporzioni incalcolabili, perche’ il numero dei morti funziona da moltiplicatore: 1400 vittime significa altrettante famiglie che soffrono, costrette a una vita fatta a pezzi dal dolore. Ora, i ragazzi del LEARDI, invece di immaginare il vuoto, fanno un esperimento contrario: testimoniano il pieno. Prestano i loro corpi per costruire il volume della tragedia. Meta’ volume, in realta’, che bastera’ raddoppiare per avere l’estensione completa. Settecento ragazzi stesi a terra, negli spazi all’aperto del castello che il sindaco Giorgio Demezzi e la giunta, condividendo la sensibilita’ di studenti e insegnanti, hanno accordato di mettere a disposizione. La PERFORMANCE, per la quale si stanno studiando anche evoluzioni di movimenti e colori, si fara’ entro fine anno scolastico. E sara’ documentata da immagini fotografiche prese dall’alto. Perche’ proprio il LEARDI? Forse perche’ alcuni insegnanti, che sentono forte la responsabilita’ di essere dei «maestri» di vita, non hanno lasciato che il polverino trovato, alcuni anni fa, nel cortile della scuola fosse semplicemente spazzato via dall’intervento di bonifica. Se n’e’ parlato, si e’ approfondito, c’e’ chi ha seguito qualche udienza del processo Eternit con un’attenzione esemplare. Adesso sono pronti a lasciare un segno netto che passa attraverso i loro 700 corpi.