SILVANA MOSSANO
CASALE MONFERRATO
Gianni Calvi (nella foto grande, con camicia bianca e gilet blu, in partenza per un tour turistico della associazione Orizzonte Casale) era «una grande persona». Appena si è diffusa la notizia della sua morte, avvenuta la sera di venerdì 2 dicembre, molti che lo hanno conosciuto hanno espresso profonda tristezza ricordandone le doti: un «animo gentile», un «innamorato del Monferrato», un «uomo colto», «un entusiasta», un «uomo di pace», una «persona squisita, con grande garbo».
Fondamentalmente e semplicemente, Gianni Calvi era buono.
Generoso, altruista, positivo, aperto al dialogo.
Sì, ma niente affatto remissivo. La mitezza dei modi non intaccava la forza del carattere. Aveva idee chiare, visioni impegnative e principi solidi a cui si è sempre sforzato di essere coerente in modo concreto.
Lo ha dimostrato fin da giovane: fu tra i primi, in Italia, a rifiutarsi di fare il servizio militare. Non era contro le regole, al contrario, ne praticava e ne insegnava il rispetto. Ma il suo riferimento supremo era la coscienza.
E la sua coscienza gli impedì di svolgere il servizio militare: non poteva accettare un addestramento che lo avrebbe preparato, in un ipotetico momento qualsiasi, a fare la guerra. Non era belligerante con le parole, figuriamoci come avrebbe potuto esserlo con le armi! Negli anni Settanta, il prete operaio toscano Silvio Politi fece tappa a Casale per proporre una rappresentazione teatrale intitolata «Una fede che lotta». Gianni, che aveva conosciuto il sacerdote della chiesetta al porto di Viareggio, partecipò attivamente a quell’evento coinvolgendo pure un gruppo di giovani casalesi: tutti insieme, al salone dei Vituli, interpretarono anche un brano che, oggi anche più di allora, è di straziante attualità. Tra le parole: «O popolo, o popolo, respingi lontano, chi di guerra e di sangue ti ha sporcato la mano […] Di spade e di lance fai attrezzi da grano, di spade e di lance fai attrezzi da grano […]».
Gianni Calvi scelse il servizio civile, regolamentato in Italia dal 1972, che, per chi si dichiarava obiettore di coscienza, era obbligatorio in alternativa a quello militare. Svolse quella missione in Brasile: ne ritornò tre anni dopo, ancora più ricco di umanità e di convinzione sulle proprie scelte, e parlando perfettamente lo spagnolo del Sudamerica. Gli servì, tra l’altro, molti anni dopo, quando, con una delegazione casalese dell’Afeva (Associazione famigliari e vittime amianto), di cui facevano parte Bruno Pesce, Nicola Pondrano e Daniela Degiovanni, si recò in Brasile per spiegare ai lavoratori dell’Eternit di quel Paese i gravi danni e lutti provocati dalla fibra.
Fu, poi, tra i «ragazzi» di don Gino Piccio e, anche quando il ragazzo divenne uomo – e costruì una famiglia: sposò Laura, ed ebbe due figli -, rimase tra gli amici stretti e fedelissimi di don Gino a Cascina G di Ottiglio, proseguendone gli insegnamenti, insieme a Edvige e altri amici.
Coerente alla sua determinazione contro la guerra e le armi, interpretò con fermezza un atto di «disobbedienza civile» omettendo di versare una quota delle proprie tasse che sarebbero state destinate a spese militari. Ricordo, l’arrivo, nella sua casa in via Guala, dell’ufficiale giudiziario che, con imbarazzo, doveva compilare moduli e mettere sigilli per pignorare un vecchio televisore appoggiato su un tavolinetto nel soggiorno; neanche in quelle occasioni venne meno il suo spontaneo e contagioso sorriso. Nessun accenno di provocazione, ma la semplice, determinata applicazione degli ideali. Sembrava, a tutti noi che eravamo là – giornalisti, amici e lo stesso ufficiale giudiziario -, un incontro di amicizia.
«Servizio» è la parola che mi viene in mente pensando a Gianni Calvi.
«Dare» è il verbo che ne ha connotato l’esistenza.
Si è messo al servizio della collettività e ha dato con gratuità: tempo, ascolto, azione, incoraggiamento, idee, progetti, conoscenza, esempio.
Per generazioni di bambini è stato «il maestro». Mi capitò alcune volte di entrare nelle sue classi, alle Martiri: Gianni, in jeans e camicia a quadri con le maniche rimboccate fino agli avambracci, si muoveva tra i banchi senza mai perdere né il sorriso né la pazienza in quella baraonda di entusiasmo che lui stesso suscitava, per stimolare idee e abituare ai confronti quelle giovani fertili menti. Insegnava l’italiano e la matematica tanto quanto il senso critico, il gusto del bello, l’amicizia e il rispetto.
Per anni ha servito la propria città (e l’ha percorsa in largo e in lungo in bicicletta o a piedi, con il borsello a tracolla). Il richiamo all’impegno lo ha portato più volte in consiglio comunale dagli anni ottanta fino al 2018, quando la salute cominciò a lanciare richiami a una maggiore prudenza.
Nella sua lunga militanza politica incrociò e affiancò altri protagonisti della vita amministrativa casalese di alcuni ricorrono gli anniversari della scomparsa proprio in questi giorni: Paolo Ferraris, ad esempio, morto ventisei anni fa il 2 dicembre come Gianni, e Riccardo Coppo, che è mancato il 1° dicembre di otto anni fa.
Gianni militò nella giunta del sindaco Coppo degli anni novanta. Erano anni entusiasti, in cui si respirava l’Europa. Casale sentiva forte l’orgoglio di capitale storica ed economica del Monferrato. E i paesi del circondario ne avvertivano l’autorevolezza e percepivano il capoluogo come centro di aggregazione e unificazione del territorio.
Gianni Calvi, in mandati diversi, fu assessore al Personale, all’Ambiente, alle Manifestazioni.
Fu, poi, presidente dell’Ente Parco di Crea, e vicepresidente, fino all’ultimo, dell’Ecomuseo della Pietra da Cantoni.
Da anni era il presidente, attivissimo e appassionato, dell’associazione Orizzonte Casale, costituita circa una trentina di anni fa con l’obbiettivo di far conoscere i posti belli della città. Gianni li conosceva, li amava e li ha raccontati con entusiasmo e orgoglio, arricchendoli di molti aneddoti, a centinaia e centinaia di turisti. Un orgoglio entusiasta condiviso, tra l’altro, con un altro appassionato monferrino: Giorgio Rosso, mancato nel 2019, all’inizio della sciagurata ondata di covid.
Un po’ di anni fa, il cuore aveva già imposto a Gianni un rallentamento. Ma come tenere a freno lo slancio? Per lui partecipare, servire, dare equivalevano a vivere.
Fino a quando la salute ha preteso una nuova più severa attenzione. La situazione è precipitata e, da qualche settimana, le sue condizioni erano gravi.
E’ morto all’Hospice Zaccheo dell’ospedale Santo Spirito la sera di venerdì 2 dicembre, proprio nel mese dei presepi di cui era grande appassionato e collezionista: ne espose anche al Castello Paleologo di Casale e a Villa Vidua di Conzano.
Il rosario sarà recitato in Duomo lunedì 5 dicembre alle 18,30. Sempre in Duomo, i funerali si svolgeranno martedì 6 dicembre alle 10,30, celebrati da monsignor Luciano Pacomio.
Ciao Gianni…dolce maestro…gioioso amico…ogni volra che ti incontravo per strada c era sempre per un saluto…qualche minuto per scambiare
le nostre opinioni sulle situazioni del momento…vero pacifista e ottimo uomo del bene…passionario per la giustizia sociale…ciao Gianni ti ricorderò con il sorriso che sempre era nei tuoi occhi…r.i.p.
Brava Silvana. Un bel ricordo, un giusto riconoscimento. Che recupera, anche per la storia futura, cosa è stata Casale nei decenni passati e cosa hanno realizzato i “giovani” di quella generazione. Che oggi si tende a dimenticare e nascondere
Caro Gianni! Non ci siamo frequentati molto, ma la stima era tanta. Un uomo autenticamente accogliente nei confronti dell’Umanità, intesa nella sua interezza. Penso di non aver conosciuto altri così ricchi di questa meravigliosa dote. Nell’isola di Marajó in Brasile, dove aveva voluto tornare per un saluto prima di volare in Italia, l’avevano accolto come un re e come un padre. L’intera isola era lì commossa ad aspettarlo. Abbiamo trascorso 2 giorni di emozioni intensissime insieme a lui e “ai suoi ragazzi”, alcuni dei quali nel frattempo si erano laureati e avevano fatto strada. E tutti venivano a ringraziarlo con la gratitudine di figli amorevoli
Con queste poche parole hai detto tutto “Un uomo buono”. Posso dire che lo conoscevo da sempre, mi mancherà. Mancherà a tutti .
Grazie Silvana, hai fatto molto bene a ricordare Gianni con le parole e l’analisi giusta della sua grande bontà e disponibilità verso gli “altri”. Infatti è sempre stato guidato dalla sua sensibilità ed impegno per i valori legati alla non violenza, alla pace nella giustizia, al bene comune.
Nel 1993 Fernanda Giannasi, la Pasionaria brasiliana della lunga lotta all’amianto, venne a Casale, alla Camera del Lavoro, per conoscere meglio la nostra lotta che aveva contribuito decisamente a bandire l’amianto in Italia nel ’92. Andammo in delegazione in Brasile nel ’96 , come già qui ricordato. Gianni era Assessore all’ambiente e portò l’esperienza ed il ruolo del Comune di Casale che, sicuramente, contribui allo sviluppo della lotta in Brasile, con grandi risultati…..
Davvero commovente l’accoglienza che ricevette a S.Pedras nel Maragio’ dagli abitanti locali. Questi da bambini (e non solo) ebbero Gianni quale maestro nei due anni dove svolse un progetto di alfabetizzazione della popolazione. Grazie a Gianni dal cuore grande!
Scusami Silvana, la località in Brasile dove era stato il Gianni, era Punta Pedras, non S.Pedras
Uomo colto, intelligente, appassionato d’arte,politico saggio che si è attivato per valorizzare il patrimonio artistico di Casale.
Un gran signore
Mancherà a tutti non vederlo passare in bicicletta per le vie della città ,Mancheranno il suo sorriso , il suo saluto e suo impegno rivolto “agli altri”. Grande maestro , raggiungi Giovanni e abbracciatevi come facevate ad ogni vostro incontro. Rimarrai nel cuore di tutti noi.
Grazie Silvana Giusto Riconoscimento per una Grande Persona. Ora Riposa in Pace caro Gianni . Sentite condoglianze alla famiglia per la Grave Perdita subita.
Lo incontrai lì l‘‘ultima volta, un largo sorriso che conteneva proprio tutto. Lo ricordo con affetto, Germano
Grande persona, simpatico, gioviale, amante del nostro territorio che ha sempre cercato di valorizzare e di cui conosceva la storia come un’enciclopedia (così dicevamo quando venne all ‘Unitre.). Da ultimo ricordo la lettera sul nostro bisettimanale in cui difendeva con passione e garbo l’ appartenenza del nome Monferrato alla nostra città e non ad Alessandria.
Ho di lui anche un simpatico ricordo di quando, ragazzo, aiutava i genitori nello storico negozio di vendita olio vicino al Tribunale. Eravamo quasi coetanei e anche un po’ timidi ma scambiavano sempre qualche battuta quando la mamma mi manda a a comprare l’olio, “quello buono”.
Ha fatto tanta strada da allora, si è dedicato a tante cause con passione e lealtà. Mancherà a tutti.
Profilo profondamente fedele !!! Brava Silvana Mossano Grazie. .Questo era il maestro Gianni: maestro di scuola e di vita. Amore allo stato puro!!!!
Un ritratto di Gianni perfetto!
Sono attonita, addolorata.
Da Gianni ho imparato ” l’arte dell’insegnare”. Si dice che l’allievo superi il maestro. Non mi è stato possibile….Gianni era uno tsunami di creativita’ ….nella didattica, nelle idee ….lui era OLTRE in tutte le discipline…davvero IN TUTTE!!!!
….e con lui nessun allievo era MAI escluso, anzi il più fragile diventava il suo fiore più prezioso.
Casale sempre più povera,un’altro vero uomo ci ha lasciati. Brava Silvana nn potevi ricordarlo meglio. Gianni nn ha mai avuto rispetto umano, quanto credevano lo ha manifestato e vissuto prontamente e sempre con quel suo sorriso vero, contagioso di uomo con l’animo in pace. Caro Guanni Riposa in Pace e a noi il doveroso compito di nn disperdere i tuoi insegnamenti.
Casale ha perso un’altra illuminata persona, Silvana hai ricordato Gianni nel modo più completo e veritiero. Il rispetto umano nn era un difetto di Gianni,anzi,le sue idee e il suo Credere le ha sempre manifestate tranquillamente ma tenacemente con quel suo sorriso,vero,gioioso da uomo con l’animo in pace. Caro Gianni Riposa in Pace e a noi il dovere e di non disperdere i Toi insegnamenti.
Un testimone appassionato, un uomo di pace, un punto di riferimento: per me Gianni ha rappresentato la voglia di fare un mondo migliore. Grazie Silvana.
Un ritratto di Gianni perfetto!
Sono attonita, addolorata. Da Gianni ho imparato “l’arte dell’insegnare”. Si dice che l’allievo superi il maestro. Non mi è stato possibile….Gianni era uno tsunami di creatività….nella didattica…nelle idee….lui era OLTRE in tutte le discipline, davvero in TUTTE!!!!
…e gli alunni più fragili diventavano i suoi “fiori più preziosi”