SILVANA MOSSANO
«Flower night» è il nome affascinante di un abito. Un abito seducente: «Linea femminile e sinuosa, con profonda scollatura sul dietro», elegante: «color blu oceano con strascico a coda», raffinato: «in seta e poliestere», rispettoso: «fatto con un tessuto esclusivo, riciclato, a tutela e salvaguardia dell’ambiente, con una particolare lavorazione 3D che conferisce un effetto tridimensionale alle applicazioni di fiori», da grandi occasioni: la monregalese Alice Filippi, nella cinquina finalista della categoria «regista esordiente», l’ha indossato l’11 maggio scorso alla serata di gala del Premio David di Donatello 2021.
Lo ha disegnato, appositamente per lei, la stilista Laura Strambi, casalese per nascita e domicilio, con affermato studio a Milano. L’abito «Flower night» fa parte della «Collezione Atelier», una linea speciale e distintiva che Laura Strambi ha creato per cerimonie e occasioni particolari. Gli abiti, tra l’altro, si possono visionare anche a Casale e non soltanto a Milano, contattando direttamente la stilista (www.laurastrambi.com)
L’impronta artistica di due donne piemontesi, dunque, a uno dei più prestigiosi riconoscimenti nazionali del Cinema.
Alessia Filippi, trentottenne, è stata, infatti, selezionata dalla giuria tra i finalisti «registi esordienti»: il film «Sul più bello», con Ludovica Francesconi e Giuseppe Maggio, è il primo lungometraggio da lei diretto.
Già nel 2018, però, era finita nella ambiziosa cinquina, con il documentario «’78, vai piano, ma vinci».
E, da anni, ogni volta che le si presenta un’occasione importante, bussa all’uscio di Laura Strambi.
«Mi veste da sempre, perché adoro gli abiti eco friendly che lei sa creare: sono stupendi» ha confessato la regista, moglie innamorata di Alessandro Battaglia e madre felice di tre figli.
Il suo mentore è stato ed è Carlo Verdone, con il quale, dal 2005, ha collaborato come aiuto nei film «Il mio miglior nemico», «Grande Grosso e Verdone», «Posti in piedi in Paradiso», «Cenerentola – una favola in diretta», «Sotto una buona Stella». Non sono mancate collaborazioni con altri registi tra cui Montaldo, Martone, Veronesi, Marengo, Infascelli e, dopo la frequentazione della New York Film Academy di New York, ha sperimentato anche la collaborazione con Clint Eastwood in «The 15:17 to Paris», con Ron Howard in «Inferno», con Sam Mendes in «Spectre», con Ryan Murphy in «Eat, Pray, Love». Ha lavorato alla serie tv «I Borgia» per Sky ed è stata autrice e regista degli spot «Fai come me!» sulla sicurezza stradale.
Ma la terra che ha fecondato l’incontro tra Alice e Laura non è stato il Piemonte, culla di nascita di entrambe, né la Lombardia, dove la stilista lavora, e men che meno l’America. E’ stata la città di Bologna dove la giovane regista aveva frequentato la storica Accademia Antoniana, fondata nel 1955, all’epoca in cui era guidata da Franco Gervasio, regista, direttore di teatri (tra cui il Municipale di Casale), interprete ed esploratore di arti visive, poeta. Ma anche marito di Laura Strambi, con cui ha eletto dimora nel Monferrato casalese.
Il passaggio dall’Accademia dell’Antoniano all’Atelier di Laura Strambi è stato naturale, soprattutto perché sostenuto dalla condivisa attenzione per una concezione eco friendly. Anzi, è stata Alice Filippi a firmare, alcuni anni fa, (con la supervisione di Gervasio) lo short film «My Green Fashion Dream», che racconta con immagini emozionali la collezione e la filosofia del brand Laura Strambi YOJ.
Felice e raggiante nel suo abito lungo «Flower night», Alice Filippi, la sera dell’11 maggio scorso, ha sperato sicuramente nella prestigiosa statuetta. «Si può essere donne, mamme e mogli e continuare a inseguire i propri sogni – ha detto -. E il mio è questo!». Fare cinema.
«Per noi hai già vinto» le avevano scritto Franco Gervasio e Laura Strambi, appena erano stati divulgati i nomi della cinquina: Pietro Castellitto (figlio di Sergio e della scrittrice Margaret Mazzantini) che ha ricevuto il David tra i registi esordienti con il film «I predatori», Ginevra Elkann (figlia di Margherita Agnelli e di Alain Elkann) con «Magari», Mauro Mancini con «Non odiare» (interpretato da Alessandro Gassman), Luca Medici (in arte Checco Zalone) con «Tolo Tolo». Alice Filippi ha puntato «Sul più bello» e ha sfiorato la statuetta. «La prossima volta, David, non mi sfuggirai!» ha commentato. Laura Strambi cominci a disegnare per lei un nuovo vestito!
Lascia un commento
Leggi Successivo
RECENSIONE di SERGIO SALVI «Le sette dinastie» – autore Matteo Strukul, edito da Newton Compton 2019, prima edizione nella collana …
SILVANA MOSSANO CASALE MONFERRATO Aggiornamento ore 19, dopo la consegna del Premio Luisa Minazzi (al fondo dell’articolo, note sulla proclamazione …
SILVANA MOSSANO CASALE MONFERRATO Una volta o l’altra, qualcuno lo farà un film sui rugbisti delle “Tre Rose”, così come è avvenuto per appassionanti pellicole americane, ad esempio: “Momenti di gloria”, “Invictus” con Morgan Freeman e Matt Damon, “Moneyball” con …
SILVANA MOSSANO BALZOLA Gianfranco Bergoglio, stesso cognome del Papa, ma non c’è mai stata occasione di domandargli se ci fosse qualche lontana parentela, l’ho conosciuto vent’anni fa. Ben prima che diventasse sindaco di Balzola, il paese dove è vissuto e …
Alice, Laura e la mia amica Silvana. Che trio!!!
Chi l’ha detto che le donne possono fare solo le mamme o le mogli o le casalinghe.? Queste due signore, orgogliosamente italiane e perché no, anche piemontesi, ci dimostrano il contrario. Brave! A loro e a
tutte quelle che sono riuscite a mettere a frutto le loro capacità, superando magari lo scetticismo di qualcuno.