SOMMARIO
*E’ morto il medico epidemiologo Dario Mirabelli
* Il ricordo del professor Benedetto Terracini
* Il commiato dell’Afeva
* Prossime date del processo d’appello Eternit Bis in Corte d’Assise
* Nuove vittime del mesotelioma
* Rinnovato appello a Schmidheiny
[Nella foto in apertura, l’albero di Davidia involucrata, detto «albero dei fazzoletti»: il Vivaio di Davidie involucrate, allestito al Parco Eternot di Casale Monferrato, è diventato monumento vivente su creazione dell’artista Gea Casolaro]
PUNTO PER PUNTO
E’ MORTO DARIO MIRABELLI
Domenica 9 febbraio, è morto a Torino il dottor Dario Mirabelli, medico epidemiologo, già referente del Registro dei mesoteliomi (Renan) piemontese. Aveva 71 anni.
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E’ stato più volte consulente nei processi incentrati sulla relazione tra l’amianto e lo sviluppo del mesotelioma. In modo particolare, la procura di Torino ha contato sulla sua competenza sia nel maxiprocesso Eternit Uno sia nel processo Eternit Bis, attualmente in corso, in sede d’appello.
Una grave malattia lo ha condotto alla morte con sorprendente rapidità nell’arco di pochissime settimane. Dal momento in cui si sono manifestate le impercettibili avvisaglie e si è accertata la diagnosi a metà gennaio, le condizioni generali sono precipitate.
La notizia del decesso, che era passata di voce in voce nel tardo pomeriggio di domenica, si è diffusa ieri, lunedì 10 febbraio, nell’aula 6 del palazzo di giustizia di Torino dove era fissata una delle udienze del processo Eternit Bis, in dirittura d’arrivo avanti alla Corte d’Assise d’Appello.
La Corte ha deciso di interrompere la fase della discussione perché, prima di pronunciare la sentenza, ritiene necessario approfondire ulteriormente alcuni aspetti medico-scientifici. Con questo scopo è stato convocato il professor Corrado Magnani. Ecco: se Dario Mirabelli non si fosse ammalato in modo così rapido e funesto, molto probabilmente sarebbe tornato al processo, lunedì 17 febbraio, al fianco del collega Magnani. Insieme avevano lavorato e avevano presentato gli esiti dei loro studi al primo grado di giudizio di questo procedimento penale, davanti alla Corte d’Assise di Novara, a novembre del 2021.
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Stessa leva – 1953 -, Mirabelli e Magnani insieme avevano studiato già ai tempi dell’università e si erano dedicati a importanti studi epidemiologici sotto la guida del loro “maestro”, Benedetto Terracini, all’epoca direttore di quello che inizialmente si chiamava Servizio di epidemiologia dei tumori convenzionato dell’Università di Torino e Ospedale San Giovanni Battista, l’attuale Cpo (Centro di Riferimento per l’Epidemiologia e la Prevenzione Oncologica in Piemonte), di cui Terracini fu direttore fino al pensionamento nel 1999.
Al Cpo, il dottor Mirabelli arrivò all’inizio degli anni Duemila, dopo una lunga esperienza allo Spresal di Settimo Torinese.
Contemporaneamente ha partecipato a numerosi studi scientifici: lunghissimo l’elenco dei lavori in cui compare la sua firma, con quelle di Terracini, Magnani e altri scienziati del campo, dei quali è riconosciuta l’autorevolezza a livello internazionale.
Durante l’esperienza professionale al Cpo, ha curato il Centro Operativo Regionale (Cor) per il Piemonte del Registro Nazionale dei mesoteliomi, cui ha dedicato una meticolosa attenzione, consapevole di quanto quei dati, raccolti in modo coscienzioso, possono contribuire alla ricerca scientifica finalizzata a trovare una cura per il cancro maligno causato dall’amianto.
Come definire lo scienziato Dario Mirabelli? Studioso, preparato, curioso, scrupoloso ricercatore dotato di quella preziosa scintilla di umiltà che dà ai più autentici uomini di scienza la consapevolezza di quanto si è piccoli di fronte all’immensità del mondo. Ed era questa umiltà intelligente e rigorosa che lo guidava nella costante attività di approfondimento e di confronto improntata a una seria onestà intellettuale e autorevole obiettività.
E come definire l’uomo Dario Mirabelli? Ecco, mentre per lo scienziato gli innumerevoli studi, le apprezzate consulenze, le parecchie relazioni scientifiche a convegni o in aule giudiziarie danno la misura delle sue doti professionali, il giudizio sull’uomo si condensa in una frase: è un privilegio averlo conosciuto.
Era dotato della grande capacità di farsi comprendere con parole semplici anche quando doveva spiegare concetti difficili. Se contestato da avversari, reagiva con la forza della pacatezza, del garbo e del rispetto con cui alla fine dettava anche all’interlocutore il tenore del dialogo.
Rispettoso dei pensieri e delle vite altrui, profondamente generoso, lavoratore infaticabile senza mai sgomitare per la ribalta, Dario Mirabelli custodiva i propri sentimenti con pudore. Un pudore cui dava forma in un sorriso gentile, senza lamentarsi di una sorte che, pure, era stata crudele con lui e sua moglie Claudia quando, poco più di una decina di anni fa, aveva sottratto loro l’unico figlio, Luca, molto giovane, per una malattia rarissima.
In pensione da pochi anni, Mirabelli non aveva mai smesso di studiare e di ricercare. Questa sua, ora, è un’assenza pesante.
Ha voluto bene alla gente di Casale Monferrato e ne ha condiviso le sofferenze umane. Per i casalesi, è un momento triste: consci di quanto da lui hanno ricevuto, gli hanno voluto tanto bene.
Il funerale si svolge, mercoledì 12 febbraio, alle ore 10,30, al cimitero Monumentale di Torino, in corso Novara 135.
COSI’ LO RICORDA IL PROFESSOR BENEDETTO TERRACINI (il testo è quello pubblicato sul sito del Cpo)
Dario Mirabelli è mancato domenica 9 febbraio, all’età di 71 anni. Era in pensione da qualche anno, ma era molto presente nella vita quotidiana del CPO – Centro di Riferimento per l’Epidemiologia e la Prevenzione Oncologica in Piemonte.
Dario si era avvicinato all’epidemiologia dei tumori da studente negli anni 70. Dalla tragedia dell’Ipca di Ciriè aveva percepito il ruolo dell’ambiente di lavoro come determinante della salute. Da laureato, per oltre un decennio lavorò come dirigente dello SPreSAL (Servizio Prevenzione e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro) della Asl di Settimo Torinese, mantenendo ottimi rapporti con l’Epidemiologia dei Tumori e partecipando ad alcuni progetti di ricerca, uno dei quali aveva misurato il rischio attribuibile all’ambiente di lavoro per il cancro del polmone nella banlieu torinese.
Nel 2000, si trasferì al CPO Piemonte, dove ebbe la responsabilità del registro dei mesoteliomi. Per i venti anni successivi, Dario condivise con Corrado Magnani la responsabilità degli studi degli effetti dell’amianto in Piemonte, sia come contributi scientifici, sia in tribunale, fino al processo alla Corte d’assiste di Novara nel 2021-2023 per 392 morti di mesotelioma a Casale Monferrato (è in corso a Torino il processo in appello).
Alle voci “Mirabelli” e “Asbestos”, Medline riporta 109 citazioni di pubblicazioni con Dario come autore. Esse – prima di tutto – hanno confermato la nozione che la cancerogenesi – anche quella da amianto – è un processo multistadiale. Un discreto numero di citazioni riguarda lettere a riviste, a commento e critica di pubblicazioni altrui, sponsorizzate dall’industria, intese a fare passare concetti scientifici discutibili, utilizzabili in tribunale per scagionare i responsabili delle esposizioni.
A Casale Monferrato, Dario ha avuto un ruolo fondamentale nei quattro diversi studi caso-controllo di popolazione sui mesoteliomi, che hanno contribuito a raffinare la definizione del rapporto dose-risposta tra esposizione ad amianto e rischio di mesotelioma. Per la conduzione di questi studi, è stata importante la capacità dei responsabili di creare un rapporto di reciproca simpatia e fiducia con la popolazione di Casale, necessaria per ottenere la disponibilità di casi e (soprattutto) controlli a farsi intervistare.
Negli studi di Balangero, inoltre, Dario ha confermato che il crisotilo (amianto bianco) è in grado di causare mesoteliomi, smentendo un concetto gradito ai produttori (e spesso riportato in riviste da essi finanziate).
Alcune revisioni della letteratura di Dario sono un “must” per capire i tortuosi meccanismi di produzione delle “fake scientific news” che – purtroppo – non possono più essere ignorati da chi fa ricerca in epidemiologia e salute pubblica.
Dario è stato anche un importante ricercatore in ambito internazionale con numerosi collegamenti con l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro di Lione dove ha contribuito a importanti progetti e consorzi. Sul piano nazionale, ha portato un grande contributo allo sviluppo del Registro dei Mesoteliomi e del Registro dei Tumori nasosinusali.
Ho avuto il privilegio di lavorare con Dario per oltre 40 anni. Abbiamo condiviso un modello di rigore scientifico e di standard morale. Lungo il tempo, il nostro originale rapporto maestro (io) /allievo (lui) si è invertito: sono molte le cose che mi ha insegnato in anni recenti.
Dario (insieme a sua moglie Claudia) ha vissuto dolorose esperienze con coraggio e generosità. Un esempio per tutti noi.
Benedetto Terracini
COMMIATO DELL’AFEVA (Associazione famigliari e vittime amianto)
«Da molti anni conosciamo il dottor Dario Mirabelli e lo abbiamo fortemente stimato. Molto preparato, rigoroso e appassionato della sua professione, sensibile particolarmente ai profondi risvolti umani e all’esigenza di individuare scientificamente le dimensioni e le cause delle continue tragedie di cui si è occupato. Grazie, dottor Dario».
PROSSIME DATE DEL PROCESSO ETERNIT BIS
La Corte d’Assise d’Appello di Torino, nell’udienza che si è svolta lunedì 10 febbraio, ha disposto un accertamento istruttorio integrativo.
Lo scopo: «Approfondire le tematiche di rilevanza medico-scientifica per ricostruire il nesso causale». La cancerogenesi è il nodo cruciale del procedimento: accertare, cioè, il collegamento tra l’esposizione all’amianto e l’insorgenza del mesotelioma che ha ucciso le 392 vittime elencate nel capo di imputazione contestato all’imputato Stephan Schmidheiny.
La presidente Cristina Domaneschi ha fissato dunque il seguente calendario:
lunedì 17 febbraio: esame dei consulenti tecnici; per la procura Corrado Magnani, per la difesa Canzio Romano, per le parti civili Gino Barbieri;
mercoledì 26 febbraio, ore 11: eventuale completamento dell’esame dei consulenti, (Edoardo Bai, per le parti civili); poi la procura conclude la discussione, in fase di repliche, che aveva già iniziato;
mercoledì 5 marzo: repliche della difesa;
mercoledì 19 marzo: la difesa conclude le repliche. Poi la Corte si ritira in camera di consiglio e, in giornata, dovrebbe pronunciare la sentenza.
NUOVE VITTIME DI MESOTELIOMA
Nel tempo intercorso tra l’udienza dell’8 gennaio e quella del 10 febbraio, la falce del mesotelioma è tornata a mietere a Casale.
Il 15 gennaio ne è stato vittima Elso Chiabrera, 85 anni, noto artigiano del ferro. Il mal d’amianto aveva già colpito duramente la sua famiglia: nel 2013, infatti, era morta la figlia Paola, giovane mamma di soli 37 anni.
Pochi giorni dopo Elso Chiabrera, il mesotelioma ha ucciso anche un’altra casalese: Tina Calleri, 80 anni, da anni attivista dell’associazione Afeva.
RINNOVATO APPELLO A STEPHAN SCHMIDHEINY
«(…) Questo è pegno del perdono di Dio! Far che possiate diventare strumento di salvezza a chi volevate esser di rovina!». (CAP. XXIII, de “I promessi Sposi”). Ha mai letto “I Promessi Sposi”, signor Schmidheiny? I capitoli XXI, XXII, XXIII dedicati a quel personaggio che, per identità, Alessandro Manzoni cita semplicemente come “Innominato”? La narrativa più elevata, signor Schmidheiny, aiuta a riflettere (anche su quella via chiamata giustizia riparativa), a discernere, a decidere. Financo aiuta, nel meglio, a vivere. E, soprattutto, a far vivere.
Riposa in Pace
Non ho mai seguito in modo dettagliato le varie vicissitudini del processo Eternit.Ho letto attentamente quanto hai scritto soprattutto su quelle persone che hanno e continuano a combattere con la loro competenza perche’ trionfi la giustizia la’ dove tante volte c’e’ indifferenza o peggio rassegnazione .Ti ringrazio anche per la conclusione tipicamente manzoniana col proposito di rileggere attentamente i capitoli da te menzionati
Ciao e GRAZIE.
Grazie Silvana! È vero, abbiamo perso una persona, il dott. Dario Mirabelli, che anche per il casalese ha fatto tanto, come giustamente è stato sottolineato e con grande commozione ne siamo profondamente riconoscenti.
Abbiamo colto, anche nel lavoro di consulente, unitamente ai suoi colleghi per la Procura, nel Processo Eternit, la sua gramde coerenza con il lavoro e i risultati scientifici e, nel contempo, con la sua umanità che traspariva dal suo sorriso, Credo che tutto ciò ci sollevi dall”amarezza e dallo sconforto che ci riserva spesse volte la vita, in quanto corrisponda all’essere dalla parte del bene, dalla parte giusta, di cui c’è ne veramente bisogno.
Dario Mirabelli. Una bella persona.
Sensibile, generoso, sempre disponibile.
Tra le altre occasioni, gli chiesi aiuto per un lavoratore edile di Cuneo a cui l’Inail aveva rifiutato il riconoscimento professionale del mesotelioma. Se ne prese cura personalmente e l’Inail dovette cambiare parere. Grazie Dario per la tua bella vita che ci hai regalato.