RECENSIONE di SERGIO SALVI
«Quello che non ti dicono» – autore Mario Calabresi, Mondadori Libri spa. Milano I Edizione ottobre 2020 pp. 201.
Libro di Silvana, a «La Stampa» Calabresi fu suo direttore, me lo ha fatto conoscere a Casale, alla presentazione di un’altra opera: è una persona generosa, capace di suscitare fiducia.
In una frase: la ricostruzione sobria e illuminante per una figlia che non ha conosciuto il padre, una guida preziosa per capire qualcosa in più della Storia e dell’atmosfera anni Settanta del ‘900.
Nel 2019 due cugini, Piero, prete missionario, e Marta, medico ricercatore dell’Istituto Mario Negri, si rivolsero a Mario Calabresi, in nome della comunanza «tra persone segnate dalla morte di una persona cara a causa del terrorismo». Don Piero, classe 1978, anche a nome di Marta, nata otto mesi dopo l’uccisione del padre, chiede infatti un consiglio per ricordare, a quasi 45 anni dalla morte, Carlo Saronio, l’uomo che per la famiglia «è sempre stato tabù, non se ne poteva parlare, e dunque non ne abbiamo mai celebrato l’anniversario».
Carlo Saronio (zio di Piero e padre di Marta) aveva quasi 26 anni quando fu rapito e ucciso, il 15 aprile 1975, da un «pool» criminale di delinquenti comuni e attivisti dell’area di «Potere Operaio»; del giovane, di famiglia molto ricca, erano note le simpatie per la sinistra eversiva.
Il padre di Carlo, Piero (morto nel 1968), industriale della chimica, ampliò la sua fortuna grazie al fascismo. Nel dopoguerra gli affari peggiorarono e, nel 1963, l’attività fu ceduta al concorrente storico. Uomo autoritario e classista; i suoi tre figli «per essere protetti dai dannosi influssi esterni, sia dei microbi che delle malattie morali», furono educati privatamente in una scuola appositamente organizzata nel palazzo di famiglia al centro di Milano.
Carlo, nato nel 1949, subì l’isolamento e lo stile di vita impostigli dal padre; dalla sua storia, più che la ribellione, emerge il disagio, in un certo senso la vergogna, di vivere in una situazione di privilegio e la conseguente volontà di «contaminarsi» e contribuire al riscatto degli «ultimi». Iniziò il suo impegno dall’associazionismo cattolico; appena ventenne fu ricercatore volontario all’Istituto Mario Negri (mentre studiava Ingegneria Chimica). Il 25 aprile 1971, dopo una temeraria nuotata nel mare di Bogliasco, era iniziata la sua storia d’amore con Silvia: Carlo fu ucciso senza sapere che Silvia era già incinta di Marta. Pensavano al matrimonio e lui aveva deciso di abbandonare i contatti con gli esponenti di Potere Operaio, che proseguivano ormai da qualche anno, da quando cioè aveva conosciuto Carlo Fioroni, che si vantava di essere «amico fidato» di Toni Negri, per l’appunto capo di Potere Operaio. Carlo Fioroni organizzerà il rapimento dell’amico Carlo Saronio a scopo di estorsione, e sarà il regista della trattativa con la famiglia, alla quale fu taciuta la terribile verità: Carlo Saronio era infatti morto il giorno stesso del sequestro a causa di un’eccessiva dose di cloroformio. Parte del riscatto fu comunque pagata e il cadavere fu ritrovato solo alla fine del 1978, in seguito alle indicazioni di uno dei sequestratori. Fioroni, dopo il processo di primo grado (condanna a 27 anni), si dichiarò dissociato e ottenne i conseguenti sconti di pena: dopo aver scontato 7 anni uscì dal carcere e ora vive all’estero.
Finale: libro che si fa divorare. Fa riflettere sulla complessità e la fragilità delle persone. Mario Calabresi è coinvolgente, scrive (benissimo) senza odio, né rancori: una forza notevole, e rara.
Complimenti per la capacità di comunicare, descrivere ed apprezzare i libri presentati
Sarà prossimo acquisto. Grazie