SILVANA MOSSANO
Il 2 aprile 2021 moriva Angelo Mancini, conosciutissimo a Casale dove ha svolto la professione legando intelligenza, impegno e precisione soprattutto alle bonifiche di amianto. Non soltanto ne fu uno dei pionieri, ma, forte di una approfondita esperienza e consapevole della estrema pericolosità della fibra, fu inventore di inediti protocolli (poi adottati a livello nazionale e internazionale) per rimuovere in sicurezza l’amianto. Chi l’ha conosciuto l’ha apprezzato moltissimo non soltanto per la sua competenza, ma anche per il modo con cui sapeva proporla: con umiltà, pacatezza e grande capacità di fare squadra.
Il suo ruolo si identificava così profondamente con la lotta all’amianto che divenne, suo malgrado, anche uno dei bersagli (insieme ad alcuni politici e rappresentanti di istituzioni casalesi) di una veemente campagna denigratoria: la decisione di rilanciare il quartiere Ronzone con l’attivazione di servizi primari aveva prodotto, a metà del primo decennio del Duemila, spaccature in città e incontrato ostilità da parte di chi riteneva azzardato progettare la costruzione di una scuola materna in un’area dove, per tanto tempo, c’erano stati accumuli di amianto. Benché Mancini fosse un tecnico e, quindi, non deputato a scelte strategiche sull’utilizzo degli spazi cittadini, il suo coinvolgimento sulle analisi di quell’area gli attirò inimicizie occulte. Quando ricevette una busta contenente polvere d’amianto, diede immediatamente l’allarme, impedendo che altri destinatari delle criminali missive potessero essere contaminati. E si fece personalmente carico dell’analisi di quella misteriosa (non tanto) polvere. L’episodio fu oggetto di indagini della procura.
Ora, a un anno dalla morte, è stato organizzato un evento per ricordare il dottor Mancini come protagonista di una tenace difesa dell’ambiente casalese: sabato 2 aprile, dalle 9, nell’Aula Magna dell’Istituto Superiore Cesare Balbo, si terrà un incontro pubblico dal titolo: «Angelo Mancini e le emergenze ambientali nel Monferrato casalese».
Spiega Massimo Leporati, amico e collega di Mancini, ora portavoce del gruppo promotore del convegno al Balbo: «Le testimonianze saranno esposte da colleghi ed interlocutori di altri enti, che hanno collaborato con Angelo, in particolare in occasione dell’inquinamento dell’acquedotto di Casale Monferrato nel 1986, con la successiva costruzione del nuovo acquedotto, da Casale a Valenza».
Si parlerà anche di «inquinamento derivante dalla lavorazione dell’amianto a Casale Monferrato e sull’opera di bonifica tenacemente condotta da Angelo Mancini, dalla predisposizione dell’ordinanza di divieto d’uso del 1987, alla bonifica dei magazzini Eternit, alle sperimentazioni di bonifica del polverino, fino alla bonifica dello stabilimento, partendo dai primi progetti di ricerca “Cemento-Amianto”, e dagli studi epidemiologici, comprese le modalità con cui il Comune di Casale è riuscito ad ottenere i finanziamenti necessari alle bonifiche, su cui la stretta collaborazione di Angelo è stata determinante».
Partecipano: Giampiero Bertolone, Mario Botta, Corrado Magnani, Giovanni Mombello, Leandro Novarino, Donata Prosa, Gigi Ricci e Rino Scarola. Coordina gli interventi Francesco Scandiuzzi.
Di seguito, ripropongo il ricordo che avevo scritto, un anno fa, alla morte di Angelo Mancini.
ECCELLENTE!!
Giusto riconoscimento a chi si è tanto speso per l’ambiente e bellissimo il tuo articolo a ricordo
Bene ricordare un preparato e operativo professionista che ha sempre vigilato sul territorio. Grazie
Complimenti Silvana! Ci hai restituito un’immagine limpida ed autentica di un vero servitore della collettività