Interventi collegati alla celebrazione della Giornata mondiale delle vittime dell’amianto che ricorre il 28 aprile pubblicati su questo blog (www.silmos.it) nelle date indicate tra parentesi.
1 – Tesi di laurea sui processi Eternit (26 aprile 2024)
2 – Sondaggio tra gli studenti casalesi sui cambiamenti climatici (27.4.2024)
3 – Lettera aperta a Stephan Schmidheiny (28.4.2024)
4 – Consegna Premio Vivaio Eternot con nomi e foto dei premiati (30.4.2024)
SILVANA MOSSANO
«Esposizione ad amianto e diritto penale: un rapporto controverso e non ancora definito».
Ho trascritto il titolo del primo dei tre capitoli della tesi di laurea magistrale con cui, a marzo scorso, la dottoressa Greta Tomaello ha concluso il ciclo di studi al Dipartimento di Giurisprudenza di Rovigo – Università degli Studi di Ferrara. L’esito è stato il migliore possibile: 110 e lode.
Questo il titolo del suo articolato e approfondito lavoro: «La responsabilità penale da esposizione all’amianto: la svolta del caso Eternit e le prospettive future»: relatore professor Ciro Grandi, correlatore professor Marco Venturoli e correlatrice professoressa Costanza Bernasconi.
Il titolo del primo capitolo che sopra ho riportato è la raffigurazione completa di un percorso giudiziario accidentato e difficile che aggiunge alla infausta diagnosi del mal d’amianto anche la frustrazione dell’impossibilità di ottenere giustizia: fino a oggi è stato impossibile individuare le responsabilità di chi/di quanti una strage l’ha/hanno compiuta o non l’ha/hanno impedita o non l’ha/hanno fermata. Per colpa? Per dolo? Sia come sia, la tragedia di migliaia di incolpevoli morti bianche non è il frutto di un accidente del destino. Ha frustato pesantemente una comunità, quella di Casale Monferrato, ma flagella anche migliaia e migliaia di persone nel mondo. Perché di amianto si muore anche altrove. Perché l’amianto lo si è impiegato molto. Perché l’amianto in certi luoghi lo si lavora e lo si impiega ancora.
«L’Organizzazione mondiale della sanità e l’Organizzazione internazionale del lavoro hanno stimato che, a seguito dell’insorgenza di patologie derivanti dall’esposizione all’amianto, sono circa 100.000 ogni anno i decessi nel mondo, circa una vittima ogni cinque minuti. A questi dati si sommano quelli relativi alle patologie provocate da esposizioni ambientali all’amianto, il cui numero è difficile da determinare, ma in ogni caso rilevante». E nello specifico: «In Italia (…) il numero di soggetti che continua a contrarre patologie amianto correlate è ancora notevole e nel 2022 sono stati registrati più di 7000 decessi causati dall’amianto». E scientificamente «a oggi non esistono più dubbi sulla cancerogenicità dell’amianto» e sulla correlazione amianto e il cancro maligno chiamato mesotelioma.
Greta Tomaello ricostruisce, attraverso un’analisi scrupolosa, tutte le fasi del maxiprocesso Eternit («considerato uno dei processi penali più emblematici e clamorosi mai celebrati in Italia in materia di responsabilità per i danni derivanti dall’esposizione all’amianto») e delle criticità che hanno condotto, nonostante due sentenze di condanna da parte dei giudici di merito di primo e secondo grado di Torino, alla pronuncia di prescrizione da parte della Cassazione ormai dieci anni fa.
L’epilogo del maxiprocesso Eternit ha comunque spronato una svolta decisiva alla riforma, attesa da molti anni, contenente «Disposizioni in materia di delitti contro l’ambiente»: è del 22 maggio 2015 la legge n. 68, che affronta molte criticità prima insormontabili, ma ne lascia tuttavia altre irrisolte.
Molta attenzione viene dedicata al ruolo fondamentale dell’epidemiologia nei processi di amianto, alle diverse interpretazioni e applicazioni che hanno prodotto giurisprudenza estremamente diversificata.
Greta Tomaello si sofferma altresì sul processo Eternit Bis, anche se l’analisi è parziale, perché, al momento del completamento della tesi, era già uscito il verdetto (giugno 2023), ma non ancora le motivazioni della sentenza pronunciata dalla Corte d’Assise di Novara nei confronti dell’imputato Stephan Schmidheiny e articolata nella condanna a 12 anni di reclusione in riferimento a un certo numero di casi, in assoluzione per altri e in prescrizione per altri ancora.
Purtroppo, «dopo trent’anni di processi – osserva l’autrice dello studio – la giurisprudenza non ha ancora raggiunto un punto di vista condiviso in merito alla possibilità di attribuire casualmente le patologie amianto-correlate e i decessi alla responsabilità penale di coloro che ricoprivano il ruolo di dirigenti (o comunque posizione di garanzia, ndr) all’epoca di fatti». In altre parole, «L’unico dato probatorio – fornito dalle indagini epidemiologiche – è rappresentato da un significativo eccesso di morbilità e di mortalità registrato tra i soggetti esposti (…); il dato epidemiologico non è però in grado di offrire un riscontro probatorio caso per caso».
In ogni caso, Greta Tomaello evidenzia come «a entrambi i processi Eternit (maxi e bis) va riconosciuto il merito di aver portato alla luce una tragedia che ha colpito migliaia di persone, senza i quali non sarebbe maturata una così diffusa sensibilità sul piano della sicurezza sul lavoro e della salute, due fondamentali diritti dei cittadini».
A proposito di diritto, però, pesano ancora, dolorosamente, le parole pronunciate dal Procuratore Generale della Cassazione Francesco Iacoviello nella requisitoria del novembre 2014. Chi era in quell’aula affollata, sente addosso per sempre il senso di sbandamento e incredulità che provocarono. Sono riportate nella tesi di Greta Tomaello: «Ci sono dei momenti – disse Iacoviello -in cui diritto e giustizia vanno da parti opposte: è naturale che le parti offese scelgano la strada della giustizia, ma quando il giudice è posto di fronte alla scelta drammatica tra diritto e giustizia non ha alternativa. Un giudice sottoposto alla legge tra diritto e giustizia deve scegliere il diritto». Non sono parole difficili da leggere, non è un ragionamento ermetico da capire, ma, se può orientare e soddisfare la coscienza di un giudice, lascia affranta e sgomenta quella di migliaia di vittime, perché al loro dolore concreto di mancata giustizia viene contrapposto il muro astratto del diritto.
Il fallimento maggiore sta lì: nella negata risposta di giustizia reale invocata come riparazione di un male realmente subìto. E la gente comune, che quella risposta di giustizia l’anela e l’attende (e le spetta! di diritto!), non sa a che santo votarsi per ottenerla.
Non resta che rassegnarsi?
Greta Tomaello conclude la sua pregevole tesi con queste parole: «Sebbene il cammino (…) non sembra ancora essersi concluso, si auspica che il diritto penale non rinunci ad intervenire in determinati contesti soltanto perché complessi (come quello in materia di amianto) e che i processi penali continuino a simboleggiare un terreno di battaglia su cui vale la pena battersi per ottenere giustizia». Un incoraggiamento a continuare a cercare la strada della giustizia – nel migliore dei modi la si voglia perseguire e attuare -, nonostante le difficoltà. E’ quello che, pur con l’animo avvilito e pesto, i casalesi non smettono di fare. E, affianco a loro, medici, magistrati, scienziati, avvocati.
Perché? Che cosa spinge a cercare quell’obbiettivo, né rancoroso né vendicativo, ma pacificatore? Bene è scritto nell’esergo della tesi; l’autrice ha scelto opportunamente una citazione di John Fitzgerald Kennedy: «Un uomo fa quello che è suo dovere fare, quali che siano le conseguenze personali, quali che siano gli ostacoli, i pericoli o le pressioni. Questa è la base di tutta la moralità umana».
[Nella foto grande, la bandiera Eternit Giustizia sventolata a Roma, in occasione del processo di Cassazione]
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GIORNATA MONDIALE DELLE VITTIME DELL’AMIANTO – EVENTI A CASALE PROMOSSI DALL’ASSOCIAZIONE AFEVA (FAMIGLIARI E VITTIME AMIANTO)
Domenica 28 aprile – ore 11,30 – Parco Eternot
Deposizione corona e fiori ai piedi della Targa del Parco Eternot. Per iniziativa dell’Afeva e dell’amministrazione comunale di Casale, incontro con i cittadini
Lunedì 29 Aprile, dalle 9 e 30 alle 13, al Mercato Pavia
«Vita a Impatto Zero», performance e laboratori tematici a cura della Scuola primaria XXV Aprile e del Liceo delle Scienze Umane dell’Istituto Balbo Lanza
Lunedì 29 Aprile, alle ore 18, Circolo Ronzonese (via XX Settembre)
«Morti In Progress»: spettacolo di teatro, canzone e narrazione a cura di Luca Maciacchini
Martedì 30 Aprile, alle 9 e 30, nella Sala Consiliare del Comune di Casale
Proclamazione dei vincitori del Premio Vivaio Eternot 2024.
Fino al 30 aprile sarà fruibile sul sito web del Comune di Casale il podcast degli studenti Luca Cattaneo, Alessandro Ferrero, Gabriele Massaro, Diego Reale e Alessandro Vattiata della 5BI dell’Istituto Volta di Alessandria, vincitori della 43a edizione del concorso “Progetto di storia contemporanea”, bandito dal Consiglio Regionale del Piemonte. Il podcast è intitolato «Eternit. Un abbraccio mortale»
Grazie per aggiornamenti Silvana. Congratulazioni alla Greta. Ti seguo sempre sei una luce in mezzo a tanto buio . Buon fine settimana . Paolo
Carissima Silvana,come sempre chiara ed esauriente nel trattare questo argomento, una spada pronta a colpire chiunque né passi involontariamente sotto.
Tu, sai la mia situazione (aspetto conferma) quindi non non mi sento di aggiungere altro
Grazie Silvana, grazie per gli spunti molto interessanti per la riflessione e per il dafarsi, specie nelle situazioni dove si tratta di criminalità di grande Impresa. In effetti il problema della Giustizia è la sua affermazione.
Se il diritto è arrivato aspettiamo fiduciosi la giustizia. Grazie Silvana per la tua presenza costante
Grazie Silvana e complimenti alla neodottoressa per gli approfondimenti sulle necessarie anche se sottili distinzioni tra giustizia e diritto. Forse proprio in questi casi dove il diritto non riesce a dare una risposta completa di giustizia si dovrebbe collocarel’intervento dello stato per misurare il divario almeno economicamente. Anche nei casi di infortuni sul lavoro chiediamoci quale è la media dei rimborsi per ogni morte e proviamo da qui a renderci conto del valore vero che diamo alla vita di chi lavora, in modo realistico e pragmatico. Questo, forse, sarà utile a scandalizzarci meno delle notizie e chiedere interventi concreti.