RECENSIONE di Sergio Salvi
«Certe fortune», autore Andrea Vitali, Garzanti 2019, Edizione speciale TEA2 agosto 2020 pp. 420.
Libro acquistato alla Libreria Coppo di Casale: Roberto e Franca propongono ottimi libri anche tra le edizioni economiche.
In una frase: una goduria, dalla prima all’ultima pagina.
I romanzi di Andrea Vitali hanno in comune l’ambientazione geografica principale: Bellano, sul lago di Como, luogo natale dello scrittore, dove egli ha esercitato la professione di medico di base fino al 2014 (nel 2020 è rientrato in campo contro il Covid).
Le vicende narrate sono collocate in decenni diversi del secolo scorso; «Certe fortune» appartiene al ciclo «I casi del maresciallo Ernesto Maccadò» e inizia il 4 luglio del 1928, di prima mattina.
Si tratta di un giallo con numerosi colpi di scena. Per non rovinare le sorprese al potenziale lettore, anticipo solo l’essenza dell’intreccio. Il 4 luglio 1928, per l’appunto, il mediatore di bestiame Gustavo Morcamazza, consegna, avendone pattuito il «noleggio» a una coppia di contadini di Ombriaco, frazione di Bellano, un enorme toro, «… mai vista una bestia così grossa e che emanava un senso di potenza pronta ad esplodere. Milleduecento chili di peso, centosettanta centimetri al garrese. Ma fosse stato solo quello!». L’animale, non per nulla chiamato Benito, sarà chiamato a procedere alla monta di molte mucche, perché i noleggiatori, a loro volta, subaffitteranno i servigi del toro ad altri proprietari di stalle nella zona.
Unica avvertenza: Benito è «di carattere un po’ sospettoso, quasi timido», occorre preservarlo da sguardi, voci, rumori, mani di curiosi e lasciare che si ambienti per qualche ora, senza che sia infastidito, prima dell’esuberante e vigorosa attività delle inseminazioni.
La curiosità è spesso foriera di disgrazie, e la riservatezza, anche in quei tempi, virtù rara. Prima di potersi adattare al nuovo territorio, Benito, improvvidamente disturbato, evade dalla stalla, si «scatena» e terrorizza ben presto la zona. Le notizie ufficiose sono di almeno tre feriti…
Il maresciallo Maccadò, già preoccupato per la giovane moglie, ricoverata in ospedale in seguito a un incidente domestico, delega per forza di cose le indagini ai suoi uomini e cerca di raccapezzarsi. Nel frattempo, il capo della locale sezione del Partito Nazionale Fascista è virilmente impegnato nell’azione risolutiva per neutralizzare il «pericolo Benito».
Vitali è fantastico nel scegliere i nomi dei personaggi; qualche esempio: Giulio Cesare Bombazza (primario ospedaliero), Cagaia Memo (membro della Milizia Volontaria Sicurezza Nazionale), Misfatti (appuntato dei carabinieri), Morcamazza Bedulina (defunta madre di Gustavo Morcamazza), Piazzacampo Bortolo, detto Tartina, (segretario sezione bellanese del Pnf); Schiamazzi Amedeo (fotografo con ambizioni artistiche), Tarà Tarilla (centralinista dell’ospedale), in fondo al romanzo c’è un divertente glossario.
Finale: regalatevi un inizio d’anno con una lettura felice e divertente, uno di quei libri che non si riesce a lasciare in sospeso, e le oltre 400 pagine «volano». Buon 2021!
se il romanzo è godibile al pari della recensione lo compro…mi spaventano un pò le pagine (420).