C’è un attimo
di Silvana Mossano
C’è un attimo piccolo, piccolo come una briciola di pane, come un granello di polvere, come il puntino sulla i, come un atomo di cristallo, come la luce svanita di una stella, un attimo in cui accade tutto.
E’ l’attimo… tra il bene e il male.
Tra sano e malato.
Tra un sorriso e un pianto.
Tra una promessa d’amore e un inganno; tra passione e indifferenza; tra t’amo e t’odio; tra “ti amo ma…, ti amo se…” e “ti amo comunque”. Tra l’asciutto e il bagnato; tra freddo e caldo; tra fuoco e acqua. Tra il prima e il dopo.
Tra ieri e oggi, tra oggi e domani.
Tra la mano sana e il dito mozzato.
Tra il motore rombante e le lamiere contorte; tra l’auto dei ragazzi spensierati e il Suv contromano. Tra savio e sbronzo.
Tra madre e matrigna.
Tra la noia e l’entusiasmo.
Tra cuore e ragione.
Tra autorevolezza e millanteria.
Tra rigore e spocchia.
Tra una canzone d’”Oro” e il cuore che cede di schianto.
Tra la casa solida e la scuola che crolla.
Tra il polmone che si gonfia e la lastra gonfia di “acqua”.
Tra il respiro e il nulla; tra c’eri e non ci sei più.
Tra la luce e il buio; tra il sole e la luna.
Tra un clic e un clac, tra un bric e un foss.
Tra un uovo e un pulcino, tra un pulcino e il pollo allo spiedo.
Tra la calma e l’ira; tra la tempesta e la quiete.
Tra la vetta e il precipizio.
Tra l’incanto e la delusione.
Tra il sonno e il risveglio; tra dormo e son desto.
Tra il tiro e il goal, tra il lancio e il canestro, tra l’arco teso e la freccia scoccata.
Tra l’armonia e la confusione, tra il caos e l’ordine.
Tra la calza integra e la calza smagliata.
Tra la penna che scrive e la Bic che… toh, è finito l’inchiostro.
Tra la stampante che stampa e il toner esaurito.
Tra il fiore in boccio e i petali avvizziti, tra le zolle brulle e un brulichio di germogli.
Tra le nuvole gravide e la gragnola di gocce.
Tra il minuto prima e il minuto dopo.
Tra la gioia e il dolore.
Tra l’altare e la polvere, tra la gloria e l’umiliazione.
Tra la vittoria e la sconfitta.
Tra coraggio e viltà; tra il coraggio osannato di un momento e il coraggio schivo e costante della quotidianità.
Tra il rumore e il silenzio, tra il silenzio e la musica.
Tra i giochi di fanciullo e il gioco della vita, tra il facciamo finta che e il facciamo sul serio.
Tra una coperta di nuvole e un ricamo stellato.
Tra l’alba e il tramonto, e una nuova alba.
Tra la maionese densa e la maionese impazzita; tra la panna liquida e la panna montata.
Tra il volo e l’ala spezzata.
Tra la passeggiata nel viale e il proiettile vagante.
Tra le gambe toniche e la stampella; tra le gambe toniche e quando neppure la stampella basta più.
Tra il baco e la farfalla; tra il brutto anatroccolo e il cigno; tra il ranocchio e il principe; tra Cenerentola e la principessa.
Tra la piazza illuminata e l’improvviso blackout.
Tra la prima e l’ultima parola.
Tra parlato e scritto.
Tra il desiderio e la cupidigia; tra l’ingordigia e un pugno di mosche. Tra una parola dolce e una cattiva; tra una carezza e un pugno.
Tra la salute e la malattia, tra la malattia e la guarigione.
Tra bonaccia e burrasca.
Tra l’insonnia e il sonno profondo, tra il sogno e l’incubo.
Tra il posto sicuro e senza più il posto; tra un nido confortevole e lo sfratto; tra il benessere e i debiti; tra i debiti e gli strozzini.
Tra la guerra e la pace, tra la pace e il grido di battaglia.
Tra una pozione magica e un caffè al cianuro.
Tra la torta intera e l’ultima fetta.
Tra il lusso comprato e ostentato e l’eleganza innata e discreta.
Tra sincero e sfacciato.
Tra la promessa fatta e la promessa mantenuta.
Tra il cappio della menzogna e la libertà della verità.
Tra tutto e niente; tra tutto o niente.
Tra te e me, tra “da solo” e “insieme”.
E’ l’attimo, imprevedibile e inarrestabile, in cui tutto si capovolge, si rivoluziona, cambia verso e direzione, sterza l’esistenza, la aggancia a sinistra e la lancia verso destra, la afferra mentre precipita e la solleva verso il cielo, e, se sale in alto, la trascina in basso, e, se scivola, la raddrizza o, se va diritta, le fa uno sgambetto; se ride, ne blocca la gioia e, se è sola, le dà compagnia, se è in miseria, le procura pane e, se ha certezze, la manda in confusione. E’ l’attimo respinto o scongiurato, rinnegato o desiderato, pianto o rimpianto, talora allontanato, insultato e, infine, anche maledetto.
E, tuttavia, comunque sia, voglio pensare che, dopo quell’attimo, andrà tutto bene, alla fine. E, se non va bene, non è la fine… Buoni attimi.